Carta di credito: quest’anno paghi il 60% in più di costi di gestione, te lo hanno scritto nella ‘variazione unilaterale del contratto’

Carta di credito - (cataniaoggi.it-pexels)

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Se sei possessore di una carta di credito vai a leggere bene tutte le clausole del contratto, potrebbero esserci sorprese

In un’epoca in cui la digitalizzazione si fa strada in ogni aspetto della vita quotidiana, anche le abitudini di pagamento dei cittadini europei stanno cambiando profondamente. Secondo l’ultimo sondaggio della Banca Centrale Europea, pubblicato a dicembre 2024, i pagamenti digitali hanno raggiunto il 48% del totale nell’Eurozona. Tuttavia, il contante resiste ancora e rappresenta il 52% delle transazioni, confermandosi lo strumento più utilizzato, seppure in costante calo rispetto agli anni precedenti.

Dal 2016 a oggi, l’uso del contante è diminuito drasticamente: si è passati dal 79% al 59% nel 2022, fino all’attuale 52%. Una tendenza chiara verso la digitalizzazione, trainata da innovazioni tecnologiche e da una maggiore diffusione di strumenti elettronici. In Italia, però, la transizione risulta più lenta: solo il 38% dei pagamenti viene effettuato in modo digitale, segno che il denaro contante è ancora fortemente radicato nella cultura e nelle abitudini dei consumatori.

La pandemia da Covid-19 ha rappresentato un punto di svolta, accelerando l’adozione dei pagamenti digitali per motivi di sicurezza sanitaria. Dopo il boom iniziale, la crescita si è stabilizzata ma ha continuato su una traiettoria positiva. Oggi, in bar, negozi e supermercati dell’Eurozona, una transazione su due avviene con carta o app. Questo cambio è stato favorito anche dalla maggiore disponibilità di soluzioni di pagamento semplici e veloci.

Nonostante la crescita della moneta elettronica, il contante continua a giocare un ruolo fondamentale. Il 62% degli europei intervistati dalla BCE considera importante mantenere la possibilità di pagare in contanti. Un’esigenza che la stessa Banca Centrale Europea ha deciso di sostenere, impegnandosi a garantire un sistema di pagamento inclusivo e accessibile per tutti, anche attraverso lo sviluppo dell’euro digitale.

Costi in aumento: carte sempre più care

Con l’incremento dell’utilizzo delle carte, però, si registrano anche aumenti nei costi dei canoni annui. Secondo l’Osservatorio SOStariffe.it, anticipato da Plus24 de Il Sole 24 Ore, il canone medio per le carte di credito abbinate a un conto corrente è cresciuto del 58% rispetto al 2023. Un aumento significativo che pesa sui consumatori e riflette le nuove strategie commerciali degli istituti bancari.

Tra tutte le tipologie, le carte di credito risultano le più costose. Il canone annuo medio si attesta intorno ai 32,20 euro, salendo a 38,21 euro per quelle collegate a un conto corrente. Le carte “a saldo” sono più care rispetto a quelle “revolving”, ma entrambe hanno visto un aumento considerevole nei costi fissi e nei costi di gestione complessiva.

Carta di credito - (cataniaoggi.it-pexels)
Carta di credito – (cataniaoggi.it-pexels)

Le carte di debito non sono più economiche come un tempo

Anche le carte di debito, tradizionalmente considerate più accessibili, hanno subito rincari. Sebbene il canone annuo medio sia ancora contenuto, intorno ai 4 euro, il costo complessivo se associato a un conto corrente supera i 35 euro, segnando un aumento del 26% in un solo anno. Le banche, infatti, stanno puntando su pacchetti più articolati e sconti condizionati all’uso di specifici servizi o al mantenimento di un saldo elevato.

Le carte prepagate, spesso scelte da giovani o per spese online, hanno visto aumenti più contenuti ma comunque rilevanti. Il canone annuo medio è di 5,20 euro, con differenze tra le versioni con Iban e senza. Anche in questo caso, l’incremento rispetto al 2023 è evidente, con punte del +12,5% per le carte con Iban. Un segnale che anche questo segmento non è esente dalle nuove dinamiche di mercato.