Coca Cola, da luglio addio alla bibita più consumata al mondo: le nuove politiche UE la ghigliottinano in Europa

Coca Cola - (cataniaoggi.it-pexels) (2)

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La bibita più famosa e amata del mondo messa al bando per motivi di salute, ecco la decisione che viene dall’alto

Dopo anni di rinvii, la sugar tax italiana è pronta a entrare in vigore il 1° luglio 2025, salvo ulteriori slittamenti. La tassa, introdotta nella manovra finanziaria del 2020 dal governo Conte II, ha subito otto posticipi a causa dell’opposizione di diversi settori economici e politici. Tuttavia, il Ministero dell’Economia e la Ragioneria dello Stato hanno recentemente respinto l’ipotesi di un nuovo rinvio al 2026, proposta da Forza Italia e Lega, confermandone l’applicazione per quest’anno.

La sugar tax prevede una tassazione progressiva su bibite e prodotti zuccherati. Nel primo anno di applicazione, l’imposta sarà di 5 centesimi al litro per le bevande zuccherate e di 13 centesimi al chilogrammo per i prodotti da diluire. A partire dal 2026, l’importo salirà rispettivamente a 10 e 25 centesimi. La misura coinvolge una vasta gamma di prodotti, tra cui bevande gassate, tè zuccherati, bibite energetiche e succhi di frutta, e quindi anche la bibita più famosa del mondo, la Coca Cola. L’obiettivo è di scoraggiarne il consumo e promuovere alternative più salutari.

L’efficacia della sugar tax è oggetto di dibattito. Se da un lato le attuali aliquote previste potrebbero non essere sufficienti per ridurre significativamente il consumo di zuccheri, dall’altro, in altri paesi, simili tassazioni hanno portato a una diminuzione dei problemi legati all’alimentazione. Tuttavia, i risultati migliori sono stati ottenuti in contesti in cui gli aumenti hanno raggiunto il 20-30%, ben oltre le percentuali stabilite in Italia.

La sugar tax è stata più volte ridimensionata rispetto alla versione originale introdotta dal primo governo Conte. L’ex ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, ha sottolineato come nel tempo la tassa sia stata depotenziata, con aliquote ridotte e continui rinvii che ne hanno limitato l’efficacia. Secondo molti esperti, le attuali percentuali di tassazione potrebbero non essere sufficienti per ottenere un impatto reale sui consumi e sulla salute pubblica.

Il timore di un crollo dei consumi e delle entrate

Alcuni settori politici ed economici si oppongono fermamente alla sugar tax, sostenendo che potrebbe danneggiare le imprese e ridurre le entrate statali. Forza Italia, in particolare, ha avanzato la richiesta di cancellare definitivamente la tassa, temendo che un’imposta del 28% possa portare a un drastico calo dei consumi e a conseguenze negative per il settore delle bevande zuccherate.

In diversi paesi la sugar tax ha avuto effetti positivi sulla salute pubblica, riducendo il consumo di bevande zuccherate e favorendo la riformulazione dei prodotti da parte delle aziende. Tuttavia, le aliquote italiane risultano più basse rispetto a quelle adottate altrove, sollevando dubbi sulla loro reale efficacia. Alcuni paesi hanno registrato una riduzione del consumo solo con aumenti progressivi che hanno superato il 20%, una soglia ben più alta rispetto a quella italiana.

Coca Cola - (cataniaoggi.it-pexels) (2)
Coca Cola – (cataniaoggi.it-pexels) (2)

Possibili scenari futuri

Sebbene l’applicazione della sugar tax sembri ormai confermata per luglio 2025, non è escluso che nuove pressioni politiche possano portare a ulteriori modifiche o rinvii. Il dibattito resta aperto, con alcuni schieramenti che chiedono di rafforzare la misura per renderla più efficace e altri che ne auspicano l’abolizione per proteggere il mercato delle bevande zuccherate.

La sugar tax italiana rappresenta un tentativo di contrastare il consumo eccessivo di zuccheri, ma le numerose revisioni e il lungo iter legislativo hanno ridotto il suo impatto potenziale. Con l’avvicinarsi della data di entrata in vigore, resta da vedere se il governo manterrà la misura invariata o se cederà nuovamente alle pressioni di chi ne chiede la sospensione o la modifica.