Condominio, hai diritto a un risarcimento coi fiocchi: invia una Pec all’amministratore con questa richiesta

Condominio - (cataniaoggi.it-pexels)

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Un bonus riservato a chi vive in condominio, ma il risarcimento non è automatico, scopri come ottenerlo

Il Superbonus ha introdotto numerosi vincoli tecnici, procedurali e temporali, imponendo un rigoroso rispetto delle norme a committenti, imprese e amministratori di condominio. Tuttavia, quando uno di questi attori non ha adempiuto ai propri obblighi, il rischio è stato la perdita del beneficio fiscale o dello sconto in fattura. In questi casi, alcuni hanno tentato di ottenere un risarcimento per “perdita di chance”, ovvero per il danno derivante dall’impossibilità di usufruire del bonus. Tuttavia, la giurisprudenza ha dimostrato che ottenere questo risarcimento non è affatto semplice.

Una recente sentenza del Tribunale di Monza (n. 21/2025) ha chiarito che la richiesta di risarcimento per la perdita del Superbonus deve essere avanzata dai singoli condòmini e non dall’intero condominio. Il caso riguardava un’amministratrice che, non affidando nei tempi previsti gli incarichi tecnici necessari, aveva impedito l’accesso allo sconto in fattura, costringendo il condominio a sostenere interamente i costi dell’intervento. Il giudice, però, ha negato il risarcimento alla compagine condominiale, sostenendo che il diritto alla detrazione fiscale è individuale. Di conseguenza, ogni condòmino avrebbe dovuto agire per conto proprio.

Questa interpretazione crea un problema pratico: in un condominio con molti proprietari, la necessità di avviare cause individuali rende il processo lungo e complesso. Ogni condòmino dovrebbe dimostrare in tribunale il danno subito, con tempi e costi elevati. Sebbene altri giudici possano interpretare la questione in modo diverso, al momento la sentenza di Monza suggerisce che la strategia più prudente sia quella di procedere con richieste individuali.

Oltre a stabilire chi può richiedere il risarcimento, esiste un ulteriore ostacolo: la quantificazione del danno. Un’altra recente sentenza del Tribunale di Milano (n. 356/2025) ha evidenziato che il valore del risarcimento non può essere semplicemente pari al costo dell’appalto non eseguito. Il giudice ha invece considerato il mancato aumento di valore dell’immobile derivante dagli interventi, riducendo così drasticamente il risarcimento. In questo caso, il proprietario aveva chiesto 190.000 euro, ma il tribunale ne ha riconosciuti solo 60.000, basandosi su una perizia tecnica.

Superbonus e prezzi gonfiati: un altro ostacolo al risarcimento

Un aspetto evidenziato dal Tribunale di Milano è che il Superbonus ha gonfiato i prezzi delle opere edili. Questo ha portato i giudici a non considerare il valore dell’appalto come un parametro adeguato per calcolare il danno. Inoltre, dal momento che la detrazione fiscale avrebbe permesso di realizzare i lavori senza un esborso monetario diretto, viene considerato meno evidente il danno economico subito. Questa interpretazione complica ulteriormente la possibilità di ottenere risarcimenti elevati.

Un altro fattore chiave nelle sentenze recenti riguarda il nesso di causalità, ovvero la dimostrazione che il danno subito sia direttamente collegato all’azione (o inazione) del soggetto ritenuto responsabile. Nel caso del Tribunale di Monza, sebbene l’amministratrice fosse rimasta inerte per oltre un anno, il giudice ha sottolineato che i condòmini non l’avevano mai sollecitata o richiesto chiarimenti. Questa mancanza di reazione ha contribuito a escludere il risarcimento, poiché il danno avrebbe potuto essere evitato con un’azione tempestiva.

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L’inerzia può compromettere il diritto al risarcimento

Le sentenze analizzate dimostrano che chi subisce un danno deve dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitarlo. Se, ad esempio, un condominio viene abbandonato dall’impresa edile, è necessario dimostrare di aver cercato alternative o soluzioni. Diversamente, il tribunale potrebbe ritenere che l’inerzia del danneggiato abbia contribuito alla perdita economica, interrompendo il nesso di causalità necessario per ottenere il risarcimento.

Le recenti decisioni giudiziarie mostrano che ottenere un risarcimento per la perdita del Superbonus è un processo complesso e incerto. Non solo i condòmini devono agire individualmente, ma devono anche affrontare il problema della quantificazione del danno e dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitarlo. Inoltre, la giurisprudenza tende a considerare il mancato aumento di valore dell’immobile come il parametro principale per calcolare l’eventuale risarcimento, riducendo drasticamente le cifre riconosciute. In questo contesto, chi intende avviare una causa dovrà adottare una strategia ben studiata e prudente.