Generazione Z: Fuga da Tinder e dalle App di Incontri. “Meglio conoscersi dal vivo”
Negli ultimi anni, le app di incontri stanno affrontando una crisi senza precedenti, con un drastico calo degli utenti, soprattutto tra i giovani della Generazione Z. Secondo un recente sondaggio, il numero di persone che utilizzano queste piattaforme è sceso da 154 a 137 milioni, e solo il 26% di questi appartiene alla Gen Z. Ma perché i giovani si stanno allontanando dalle app di dating? La risposta sembra risiedere nella crescente insoddisfazione per le interazioni digitali, che vengono spesso definite “noiose” e “moleste”.
La Generazione Z, infatti, preferisce conoscere persone dal vivo piuttosto che affidarsi a conversazioni artificiali e impersonali. «Lì nessuno vuole davvero conoscerti, cercano solo sesso», afferma Sara, una 21enne romana, spiegando perché ha abbandonato Tinder. Molti giovani condividono la stessa opinione, frustrati dalle dinamiche impersonali che caratterizzano queste app. Marina, 26enne di Napoli, lamenta le numerose immagini inappropriate ricevute su Lovoo, una delle piattaforme più popolari. Su Tinder, pur essendo possibile segnalare comportamenti inappropriati, il problema persiste.
Il declino delle app di incontri
Il calo degli utenti ha avuto un impatto significativo sul valore di mercato delle società che gestiscono le app di dating. Il Match Group, che include piattaforme come Tinder, Hinge e Match.com, ha visto il suo valore scendere dell’80% dal 2021, passando da 50 a 10 miliardi di dollari. Tinder, un tempo leader indiscusso del settore, ha perso 25 milioni di utenti attivi negli ultimi tre anni, passando da 75 a 50 milioni.
Non se la passa meglio Bumble, l’app che si era proposta come alternativa femminista a Tinder. Dal 2021, il suo valore è crollato da 15 miliardi a meno di tre miliardi, anche a causa di campagne pubblicitarie poco apprezzate, che non hanno risuonato con il suo pubblico.
L’intelligenza artificiale come soluzione?
Per contrastare questo declino, le app di incontri stanno cercando di innovarsi, puntando sull’intelligenza artificiale. Volar, una nuova piattaforma lanciata negli Stati Uniti, permette agli utenti di allenare chatbot che simulano conversazioni al posto loro. L’obiettivo è facilitare le prime interazioni e risparmiare tempo agli utenti, che potranno poi decidere con chi proseguire la conversazione. Anche Tinder sta sperimentando con l’intelligenza artificiale, promettendo che entro il 2025 gli utenti saranno accompagnati in ogni fase del loro percorso da assistenti virtuali.
Tuttavia, l’introduzione di chatbot e assistenti virtuali non sembra convincere del tutto i giovani. «Ogni mille match, solo uno diventa un incontro dal vivo», racconta Denaldo, 29 anni. La mancanza di autenticità e la ripetitività delle conversazioni continuano a essere i principali motivi di frustrazione per gli utenti.
Il futuro delle app di incontri
Nonostante gli sforzi per rinnovarsi, le app di incontri sembrano avere un problema strutturale nel catturare l’interesse della Generazione Z. «Amore e sesso non sono più al centro della loro vita, come lo erano per i Millennial», afferma la sociologa Carolina Bandinelli. La crescente importanza dell’amicizia rispetto alle relazioni romantiche è un altro fattore che contribuisce al disinteresse dei giovani per queste piattaforme.
Mentre il futuro delle app di dating sembra incerto, una cosa è chiara: se non riusciranno a reinventarsi in modo autentico e coinvolgente, rischiano di diventare obsolete per una generazione sempre più attenta alla qualità delle interazioni umane.