Lavoro, disastro Meloni: quest’anno finisci alla Caritas, il taglio degli stipendi è già legge | Ecco la sforbiciata

Giorgia Meloni - (cataniaoggi.it-web)

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Molti italiani potranno ritrovarsi più poveri all’improvviso, il governo non lo dice ma sta preparando questa brutta sorpresa

A partire dal 2025 gli stipendi di circa 14 milioni di italiani rischiano di subire una drastica riduzione. Questa prospettiva, più che una semplice possibilità, appare oggi quasi una certezza. Il governo Meloni, impegnato a non turbare l’elettorato in vista delle elezioni europee di giugno, sembra voler mantenere un rigoroso silenzio su un tema destinato invece a toccare milioni di famiglie italiane.

Alla base del problema vi è la mancata proroga del taglio del cuneo fiscale, misura che negli ultimi due anni ha reso le buste paga più ricche. Senza un intervento, dal 1° gennaio 2025 verranno meno gli sconti sui contributi versati dai lavoratori, con una conseguente diminuzione netta degli stipendi. La situazione è resa ancora più critica dalle condizioni precarie delle finanze statali che non consentono facilmente un nuovo rifinanziamento della misura.

La prossima legge di Bilancio dovrebbe aggirarsi attorno ai 22 miliardi di euro. Tuttavia, il governo spera di ottenere maggiore flessibilità da Bruxelles per poter spendere ulteriori otto miliardi. La trattativa si preannuncia tutt’altro che semplice, specialmente considerando che l’Italia rischia seriamente di finire sotto procedura di infrazione europea per eccessivo deficit già entro la fine di giugno.

Il taglio al cuneo fiscale è stato originariamente introdotto dal governo Draghi e confermato dall’esecutivo Meloni per il 2024. Il costo di questa misura, circa 10 miliardi di euro, ha alleggerito il peso dei contributi a carico dei lavoratori con redditi medi e bassi. Senza nuovi fondi, il provvedimento scadrà a fine anno, portando automaticamente a un abbassamento delle retribuzioni nette.

Il silenzio strategico del governo

Fino alla conclusione delle elezioni europee, il governo sembra intenzionato a evitare dichiarazioni ufficiali su temi scottanti come stipendi, pensioni e riforma fiscale. La strategia di Meloni appare chiara: rinviare ogni decisione o ammissione di difficoltà fino a dopo il voto, confidando nel fatto che l’attenzione dell’opinione pubblica possa rimanere distratta.

Le previsioni economiche non sono confortanti. Il PIL italiano nel 2024 crescerà meno delle stime ufficiali e anche il 2025 si preannuncia deludente. Malgrado il governo insista su previsioni ottimistiche, è diffuso il timore di un buco di bilancio che, secondo alcune fonti, potrebbe ammontare a circa 10 miliardi di euro, obbligando a una manovra correttiva con tagli severi alla spesa pubblica.

Lavoro - (cataniaoggi.it-pexels)
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La difficile ricerca dei fondi per gli stipendi

Trovare nuove risorse per confermare il taglio al cuneo fiscale si presenta come una vera impresa. Senza uno scostamento di bilancio o margini di flessibilità concessi dall’Europa, il governo potrà al massimo adottare soluzioni temporanee e parziali, che difficilmente potranno garantire stabilità agli stipendi dei lavoratori italiani.

Alla luce di queste criticità, è evidente come molte delle promesse fatte dal governo in campagna elettorale, comprese le riforme su fisco e pensioni, rischino di rimanere irrealizzate nel breve termine. L’Italia si prepara così a un autunno caldo, in cui il peso delle scelte economiche potrebbe ricadere pesantemente sulle tasche di milioni di cittadini.