Ristorante, “Ops, l’ho lasciato nell’altra giacca”: il trucco perfetto per non pagare il conto | Non è reato se lo fai così

Conto al ristorante - (cataniaoggi.it-pexels)
Non pagare il conto al ristorante non è solo una bravata, può avere delle conseguenze anche gravi per il cliente
Quando un cliente consuma un pasto in un ristorante senza pagare il conto, può incorrere in conseguenze legali, che variano a seconda dell’intento con cui ha agito. Se si tratta di una semplice dimenticanza o di una momentanea difficoltà economica, la situazione rientra nell’ambito dell’inadempimento contrattuale e non costituisce un reato. Tuttavia, se il cliente entra nel ristorante già consapevole di non poter pagare e nasconde questa informazione, potrebbe configurarsi un reato penale.
Nel caso in cui il cliente si accorga solo al momento del pagamento di non avere il denaro sufficiente, non si può parlare di dolo. La sua condizione di incapacità economica rappresenta un inadempimento contrattuale, ma non un illecito penale. In questa situazione, il ristoratore può solo avviare un’azione civile per il recupero del credito, cercando di ottenere il pagamento in un momento successivo. Questo percorso, tuttavia, può risultare lungo e complesso, soprattutto se il cliente non ha beni su cui rivalersi.
Se il cliente consuma il pasto sapendo fin dall’inizio di non poter pagare e nasconde questa informazione, potrebbe essere accusato di insolvenza fraudolenta. L’articolo 641 del codice penale punisce chi contrae un’obbligazione senza avere l’intenzione di adempierla, nascondendo il proprio stato di insolvenza. In questo caso, il cliente rischia una condanna fino a due anni di reclusione o una multa fino a 516 euro, a seguito di querela sporta dal ristoratore.
Un caso ancora più grave si verifica quando il cliente utilizza raggiri per far credere al ristoratore di poter pagare. Ad esempio, potrebbe mostrare un portafoglio apparentemente pieno di denaro o fingere di avere una carta di credito funzionante. In questo caso, si configura il reato di truffa, punito dall’articolo 640 del codice penale con la reclusione da sei mesi a tre anni e una multa che può arrivare fino a 1.032 euro.
L’azione del ristoratore e la denuncia
Quando un cliente fugge senza pagare, il ristoratore ha la possibilità di sporgere querela contro ignoti, soprattutto se non conosce l’identità del soggetto. Può fornire alle Forze dell’Ordine eventuali elementi utili all’identificazione, come registrazioni video o testimonianze del personale. Una volta individuato, il cliente potrà essere perseguito penalmente per il reato commesso.
Nonostante il danno subito, il ristoratore non può impedire fisicamente al cliente di lasciare il locale. Farlo potrebbe configurare il reato di sequestro di persona, punito dall’articolo 605 del codice penale. Anche trattenere con la forza un cliente fino all’arrivo delle autorità potrebbe esporre l’esercente a gravi conseguenze legali.

Il divieto di farsi giustizia da soli
Un’altra azione che il ristoratore non può intraprendere è quella di farsi giustizia autonomamente. L’articolo 392 del codice penale punisce chi esercita arbitrariamente le proprie ragioni con violenza sulle cose, mentre l’articolo 393 sanziona la violenza sulle persone. Se il ristoratore dovesse reagire con minacce o aggressioni, rischierebbe lui stesso di incorrere in sanzioni penali.
Per evitare situazioni spiacevoli, alcuni ristoratori adottano misure preventive, come richiedere un deposito anticipato o verificare la solvibilità del cliente prima di servire pasti costosi. Anche la presenza di telecamere di sicurezza può scoraggiare tentativi di fuga e fornire prove utili in caso di reato. Tuttavia, il rischio di insolvenza fraudolenta o truffa resta sempre una possibilità, e la legge prevede strumenti di tutela per garantire la giustizia ai commercianti danneggiati.