Shopping online, è in arrivo una tassa sui carrelli: se hai l’account su questi siti preparati al conto extra

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Shopping online (Canva) Cataniaoggi.it

Se anche tu acquisti frequentemente online, sappi che da adesso le cose cambieranno e non in positivo. Preparati a sborsare!

Oggigiorno si sa, gli acquisti online hanno completamente danneggiato la vendita fisica. Eppure, proprio in queste ore, l’Europa ha annunciato una novità che potrebbe ribaltare le cose. Si tratta della tassa sui carrelli e acquistando in questi siti potresti trovarti a pagare un conto extra.

Ecco dunque di cosa si tratta e quali sono i colossi che potrebbero essere ‘sabotati’ da questa decisione.

Acquistare online e con un semplice click è sicuramente una grande comodità. Come se non bastasse, molto spesso è possibile trovare delle offerte imperdibili e ricevere il tutto direttamente a casa in pochi giorni. Tra i siti favoriti dalle persone troviamo sicuramente Shein e Temu. I due colossi cinesi hanno spopolato in Italia e nel mondo per i loro prezzi da capogiro, la vasta gamma di prodotti disponibili e la viralità sui social.

Nonostante vengano utilizzati dei materiali nocivi, ancora oggi primeggiano nelle classifiche. Eppure ben presto le cose cambieranno radicalmente.

Le novità per chi acquista su Shein o Temu

Ebbene sì, l’Europa sembra aver preso una decisione abbastanza drastica. Shein e Temu sono sicuramente un danno per la concorrenza e oltretutto, come accennato precedentemente, non sono il massimo della qualità. Proprio per questo è stato pensato di aggiungere il costo dei dazi doganali durante la spedizione, che potrebbe addirittura raggiungere cifre non indifferenti. Generalmente questa somma di denaro deve essere versata prima dello svincolo delle merci nel Paese in cui sono destinate. Fino ad adesso, infatti, Shein e Temu si sono sempre occupati di pagare questa somma di denaro.

Eppure questa misura protezionistica sembra essere sempre più papabile. Ma come cambieranno dunque le cose?

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Come cambieranno le cose d’ora in poi

La conseguenza più diretta sarà dunque un aumento di prezzo in base al codice armonizzato del prodotto e al Paese. Un esempio concreto potrebbe essere il seguente: se una maglia viene spedita dagli Stati Uniti al Regno Unito, verranno applicati dei dazi doganali corrispondenti al 12% del prezzo e così via. Attualmente questa percentuale aggiuntiva dalla Cina all’Europa viene applicata unicamente sugli ordini superiori ai 150€, ma non sarà per sempre così. Inutile dire che gli stessi colossi cinesi non hanno preso bene la notizia e si prevede una ‘guerra‘ tra legislatori.

Non ci resta quindi che vedere come andranno le cose e se presto dovremo pagare una tassa sui nostri carrelli online.