“Siamo al massimo impatto epidemiologico”, allerta ospedali per la nuova influenza mista a Covid | Il SSN è già al collasso: “non venite”

Influenza - (cataniaoggi.it-pexels)

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È emergenza, in questi giorni si moltiplicano i casi di infezione e moltissima gente è già a letto con febbre alta

Negli ultimi giorni, l’Italia sta affrontando un significativo aumento dei casi di sindromi simil-influenzali, con un conseguente incremento delle polmoniti. Questo fenomeno sta mettendo sotto pressione il sistema sanitario, con un forte impatto sia sugli ospedali che sulla medicina territoriale. L’allarme è stato lanciato da diverse società scientifiche, che evidenziano come il sovraccarico delle strutture sanitarie stia causando ritardi e difficoltà nella gestione dei pazienti.

Secondo gli ultimi dati del sistema di sorveglianza RespVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità, le regioni più colpite dall’ondata di sindromi influenzali sono Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo, Puglia e Sardegna. Questo aumento dei contagi non è dovuto solo ai virus influenzali, ma anche alla co-circolazione di altri agenti patogeni come il Virus Respiratorio Sinciziale, SarsCoV2, Rhinovirus e Metapneumovirus.

La presenza contemporanea di diversi virus respiratori sta aumentando il rischio di complicanze, soprattutto nei pazienti anziani, nelle persone con patologie croniche o deficit immunitari e nei bambini sotto i sei anni. Roberto Parrella, presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit), ha sottolineato che questi soggetti sono i più esposti alle forme più gravi della malattia, con possibili conseguenze a livello polmonare.

Il crescente numero di casi sta intasando i Pronto Soccorso, soprattutto nelle grandi città. Il fenomeno del boarding, ovvero la permanenza prolungata dei pazienti in attesa di ricovero, sta diventando sempre più frequente. Secondo Lorenzo Palleschi, presidente della Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio (Sigot), alcuni ospedali sono stati costretti a bloccare temporaneamente le ambulanze per l’impossibilità di accogliere nuovi pazienti.

Pressione anche sui medici di famiglia

Non sono solo gli ospedali a soffrire: anche gli studi medici e i servizi territoriali sono sotto pressione. Alessandro Rossi, presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, ha dichiarato che gli ambulatori e le visite domiciliari stanno affrontando un carico di lavoro eccezionale, con un numero elevato di richieste di assistenza. La situazione è aggravata dalla lunga durata dei sintomi dell’influenza di quest’anno.

Quest’anno, l’influenza sembra avere un decorso più lungo rispetto al passato. Dopo la fase acuta, caratterizzata da febbre alta per 3-4 giorni, molti pazienti continuano a manifestare sintomi come astenia, cefalea e dolori muscolari per diversi giorni. Questo comporta un maggiore impatto sulla qualità della vita e una maggiore richiesta di cure, con un conseguente aumento della pressione sul sistema sanitario.

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Rischio di abuso di antibiotici

Uno degli aspetti critici della gestione dell’attuale epidemia è il rischio di prescrizioni inappropriate di antibiotici. Secondo gli esperti, molti pazienti ricevono terapie antibiotiche non necessarie, che non solo risultano inefficaci contro i virus, ma contribuiscono al problema dell’antibiotico-resistenza. I medici invitano quindi a un uso più attento e consapevole di questi farmaci.

Per contrastare il dilagare delle sindromi influenzali e ridurre il numero di complicanze, gli esperti ribadiscono l’importanza della vaccinazione. Attualmente, le coperture vaccinali sono ancora lontane dai livelli ottimali, e migliorare l’adesione alla campagna vaccinale potrebbe contribuire a ridurre la pressione sugli ospedali e sulle cure primarie.