Viaggi, la chiamano la ‘piccola Venezia’: i turisti stranieri vanno tutti a visitarla | È identica ma costa la metà

Sacile - (cataniaoggi.it-vivitsacile)

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Un paesino magico fatto di ponti e piccole viuzze, simile a Venezia ma molto più accessibile per le tasche di tutti

Sacile, pittoresco borgo a pochi chilometri dal confine tra Friuli-Venezia Giulia e Veneto, è un piccolo gioiello attraversato dal fiume Livenza. Conosciuta anche come “il giardino della Serenissima”, questa cittadina conserva ancora oggi l’eleganza e la grazia tipica delle città legate a Venezia, grazie ai suoi ponti, ai palazzi dai colori pastello e ai riflessi dell’acqua che la attraversa. Camminare per Sacile è come percorrere le orme di un tempo sospeso, dove il silenzio e l’armonia dominano le strade.

Durante il dominio veneziano, Sacile fu scelta come luogo ideale per le ville di campagna delle nobili famiglie della Serenissima. Qui costruirono le loro dimore arricchite da facciate decorate sia sulla parte anteriore che su quella posteriore, pronte ad accogliere ospiti che giungevano via terra o via fiume. Attorno a queste residenze si svilupparono veri e propri giardini, impreziositi da salici piangenti che ancora oggi si riflettono romanticamente nelle acque del Livenza.

Anche se il nome Sacile ricorda curiosamente il termine “salice piangente”, la sua etimologia è più sacra che botanica. Deriva infatti dal latino sacellum, ovvero “luogo sacro”. La storia della città affonda le radici nell’VIII secolo, quando l’imperatore Carlo Magno conferì il titolo di duca del Friuli a un certo conte Enrico, che in segno di riconoscenza fece edificare una chiesa dedicata a San Nicola, da cui si sviluppò l’attuale Duomo.

Il fiume Livenza è sempre stato il cuore pulsante di Sacile. La sua energia alimentava i mulini e le attività produttive, e forniva collegamenti strategici per i commercianti veneziani. Oggi, anche se i mulini sono scomparsi, le sue acque restano vive grazie ai canoisti che lo attraversano con destrezza, regalando vitalità e movimento al paesaggio.

Tra domini e detti popolari

Nel corso della storia, Sacile conobbe diversi governi: dai veneziani ai francesi di Napoleone, fino agli Asburgo e all’unità d’Italia. Un proverbio popolare racconta con ironia questi cambiamenti: sotto San Marco si mangiava bene, con i francesi si pranzava soltanto, e con i Lorena non si mangiava affatto. Una semplice filastrocca che esprime chiaramente la nostalgia per il periodo veneziano.

Tra le personalità storiche più affascinanti di Sacile spicca Giacomo Ragazzoni, influente ambasciatore veneziano del XVI secolo. Proprietario dell’imponente Palazzo Ragazzoni, intrattenne rapporti con le più grandi corti europee. Durante una missione a Costantinopoli, riuscì a raccogliere informazioni militari fondamentali per Venezia, dimostrando un’abilità diplomatica e strategica che contribuì alla vittoria nella battaglia di Lepanto.

Sacile - (cataniaoggi.it-vivitsacile)
Sacile – (cataniaoggi.it-vivitsacile)

Piazza del Popolo e i suoi simboli

Il cuore di Sacile è Piazza del Popolo, un tempo antico porto cittadino. Ancora oggi si riconosce la sua conformazione con le due sponde inclinate. Qui si trova il municipio in stile rinascimentale e ogni sabato si anima con il mercato. Non manca la tradizione della “Sagra dei Osei”, uno degli eventi più antichi del Friuli. Sul vicino Ponte della Vittoria si può ammirare una scultura simbolica: un pesce che gioca con un bambino, indicatore naturale del livello dell’acqua.

A pochi passi dalla piazza sorge la cappella di Maria della Pietà, costruita in seguito a un miracolo: si racconta che la statua della Vergine abbia versato lacrime vere. Poco distante si trova il Duomo di San Nicolò e il suo campanile, sormontato da un angelo che funge da banderuola. Secondo i locali, quando l’angelo “fa pipì” verso la piazza, è segno di pioggia in arrivo. Un tocco di umorismo friulano che rende ancora più speciale questa affascinante cittadina.