Conto corrente bloccato, la banca ci mette lo zampino: i tuoi risparmi sono ad alto rischio | Questo caso è micidiale
Allarme conto corrente bloccato: cosa succede e come muoversi in questi casi
Oggi come oggi, è indispensabile avere un conto corrente. Se, fino a qualche anno fa, si poteva vivere semplicemente possedendo in contanti tutto il proprio patrimonio, poiché anche lo stipendio veniva erogato nelle “buste paga” di cui ancora oggi si parla, oggi invece tutto questo sarebbe un’utopia.
Per ricevere lo stipendio, infatti, al momento della firma del contratto di lavoro viene chiesto un IBAN riferito ad un conto o a una carta. Inoltre, il conto corrente è utile anche in molte altre situazioni, come ad esempio per la domiciliazione delle bollette.
Grazie alla tecnologia, oggi per gestire il proprio conto corrente non è necessario recarsi in banca poiché lo si può visionare e si possono svolgere su di esso molte operazioni semplicemente dal pc, dal tablet o dallo smartphone, il che rende il tutto ancora più comodo e agevole.
Un rischio che molti corrono ma che pochissimi tengono in considerazione è quello del blocco: ecco cosa succede quando accade e come ci si deve comportare per salvare i propri risparmi.
Conto corrente bloccato: cosa fare
Il conto corrente può essere bloccato per molte ragioni ma, nella maggior parte dei casi, ad operare il blocco è la banca stessa. Un primo motivo può essere quello dello “scoperto”, cioè di un conto corrente in rosso il cui intestatario, però, utilizza fondi che non ha. Ne è un esempio il cliente che continua ad adoperare la carta di credito pur non avendo soldi, oppure che stacca assegni senza però avere il denaro sufficiente. Con il blocco del conto, la banca vuole tutelare sé stessa dal rischio di insolvenza e vuole proteggere il cliente dall’indebitamento. In questi casi, il conto viene sbloccato al sistemarsi della situazione.
La banca, però, può bloccare un conto corrente anche per la legge antiriciclaggio, entrata in vigore il 1° gennaio 2014: questa casistica sussiste quando il cliente non si presenta in banca per firmare il questionario sui propri dati sensibili, con un documento d’identità in corso di validità, entro 60 giorni dalla notifica da parte della banca. Infine, la banca può bloccare il conto anche in caso di debiti nei confronti di imprese o di privati: questo, generalmente, accade previa comunicazione dell’Autorità giudiziaria.
Cosa succede alla pensione e allo stipendio
Nel caso in cui il conto corrente venga bloccato e qui mensilmente confluisca una fonte di reddito come lo stipendio o la pensione, intervengono dei limiti al pignoramento se e solo se, però, i fondi presenti sul conto derivino da questi redditi. Se infatti sul conto sono presenti fondi in più, derivanti per esempio da un risparmio o da un’eredità, questi verranno interamente pignorati.