Dichiarazione dei redditi, porta in detrazione anche questi scontrini | L’anno scorso ho risparmiato centinaia di euro
Si possono portare in detrazione nella dichiarazione dei redditi una serie di spese sanitarie per ottenere un grosso risparmio
L’articolo 15 del Testo unico delle imposte sui redditi disciplina la detrazione fiscale delle spese sanitarie sostenute nel corso dell’anno prcedente, consentendo ai contribuenti di ottenere una riduzione delle imposte tramite la dichiarazione dei redditi. L’agevolazione si estende anche ai familiari fiscalmente a carico, alle persone con disabilità e persino all’acquisto di cani guida per non vedenti. È prevista una detrazione pari al 19% delle spese sostenute, purché siano state effettuate attraverso metodi di pagamento tracciabili.
Per poter beneficiare del rimborso è necessario superare la franchigia minima di 129,11 euro, al di sotto della quale non è prevista alcuna agevolazione. È importante compilare correttamente il Modello 730/2024 per ottenere la detrazione fiscale, le spese sanitarie devono essere inserite nei righi compresi tra E1 ed E5 del quadro E. Inoltre è precisato che se le spese superano l’importo di 15.493,71 euro, è possibile ripartire la detrazione in quattro quote annuali di pari importo.
Un meccanismo questo che consente di diluire il beneficio fiscale su più anni, venendo incontro anche a chi ha affrontato costi sanitari particolarmente elevati. Le spese devono essere tracciabili per poter accedere all’agevolazione. È obbligatorio effettuare i pagamenti tramite bonifico bancario o postale, carte di credito, debito, prepagate o assegni bancari e circolari, secondo quanto stabilito dalla Legge n. 160/2019.
Non c’è l’obbligo della tracciabilità per le spese per l’acquisto di medicinali, dispositivi medici e quelle sostenute presso strutture pubbliche o private accreditate al Servizio Sanitario Nazionale. Al contrario, per le prestazioni sanitarie fornite da strutture private non accreditate, è indispensabile l’utilizzo di mezzi di pagamento tracciabili.
A chi spetta la detrazione e come averne accesso
La detrazione per le spese sanitarie spetta solo se le esse rimangono effettivamente a carico del contribuente e non vengono rimborsate, ad esempio, da un’assicurazione. La cosa più importante è conservare la documentazione relativa ai pagamenti, come fatture e scontrini, fino al 31 dicembre del quinto anno successivo alla presentazione della dichiarazione, per consentire eventuali controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.
La legge dice inoltre che si possono detrarre le spese sostenute per familiari fiscalmente a carico, purché rispettino i limiti di reddito previsti dalla legge. Ma ci sono delle eccezioni: in alcuni casi, è infatti possibile ottenere l’agevolazione anche per familiari non a carico, purché si tratti di spese sanitarie per situazioni specifiche e opportunamente documentate. Per non incorrere in problemi è essenziale verificare che tutte le condizioni richieste siano rispettate per evitare contestazioni durante eventuali controlli fiscali.
Possibile detrarre le spese sanitarie sostenute per i figli
Le spese sostenute per i figli possono essere detratte solo se il figlio risulta fiscalmente a carico. Se invece ha un reddito superiore ai limiti stabiliti, il genitore non potrà beneficiare della detrazione, né per le spese sostenute né per i costi affrontati dal figlio stesso. Questo principio esclude entrambi dal diritto all’agevolazione fiscale, a meno che non ricorrano situazioni particolari previste dalla normativa vigente.
Anche le spese sostenute per persone decedute possono beneficiare della detrazione fiscale, purché siano state pagate dagli eredi successivamente al decesso. In tal caso, la detrazione è suddivisa in base alla quota di spesa effettivamente sostenuta da ciascun erede. Questa disposizione si applica anche quando il defunto non era un familiare fiscalmente a carico di chi ha sostenuto la spesa.