L’INPS fa la scarpetta: questo mese aumenta l’importo per il pranzo di Natale | Paga tutto lo Stato
Novità INPS, aumenta l’importo per Natale. Cosa aspettarsi: succederà presto
Siamo ormai nel mese di dicembre, l’ultimo dell’anno ed anche quello che al suo interno ha una delle festività più amate da grandi e piccoli: il Natale. Il giorno del 25 dicembre, infatti, cristianamente si celebra la nascita di Gesù ma anche chi non crede o non pratica la fede cattolica ama ritrovarsi in famiglia per trascorrere un po’ di tempo insieme, gustando le prelibatezze della cucina tipica.
In Italia, la tradizione vuole che immancabile sia il pranzo del 25 dicembre, il giorno di Natale vero e proprio. In molte regioni del Sud Italia, però, si festeggia anche il 24, quando molte famiglie organizzano il celebre cenone della Vigilia che, sempre secondo la tradizione, dovrebbe essere a base di specialità di pesce.
Quest’anno, però, molte famiglie si ritroveranno a compiere delle inevitabili scelte in merito al menù del 24 e del 25 dicembre, a causa dei rincari che hanno colpito molti beni di prima necessità tra cui il cibo. Probabilmente, si cercherà di concentrarsi su una o due portate, piuttosto di preparare decine di piatti che poi rischiano di avanzare e finire nella spazzatura!
Oggi, però, parliamo di una novità che riguarda l’INPS e che coinvolge gli italiani proprio sul tema del Natale: aumentano gli importi e pagherà lo Stato. Ecco cosa c’è da sapere!
INPS, aumentano gli importi sotto Natale: cosa sta succedendo
A differenza degli stipendi, le pensioni godono di un sistema di rivalutazione che periodicamente impone di rivedere l’importo in base al costo della vita: l’obiettivo è quello di garantire ai pensionati un inalterato potere d’acquisto, così che almeno quella fascia della popolazione non si impoverisca per effetto dell’inflazione. A subire la rivalutazione non sono solo le pensioni tradizionali, ma anche le pensioni di reversibilità che vengono riconosciute ai famigliari superstiti: chi ne prende una piccola quota, però, quest’anno godrà di un aumento notevolmente ridotto rispetto a quelli degli ultimi due anni.
Se nel 2022 la percentuale di rivalutazione è stata dell’8.1% e nel 2023 del 5.4%, quest’anno invece sulla base dei dati forniti dall’Istat il Ministero dell’Economia ha ufficializzato la rivalutazione dello 0.8%. Questo, però, riguarda le pensioni tradizionali: ecco cosa accade a chi prende la reversibilità.
La beffa della reversibilità
La pensione di reversibilità gode di una rivalutazione al 100% del tasso solo nel caso in cui sia pari o inferiore a 4 volte il trattamento minimo pensionistico. In tutti gli altri casi, invece, la percentuale è minima e questo è sicuramente un dato che non piacerà ai coniugi che percepiscono la reversibilità.
Dalla loro parte, però, c’è il loro diritto al lavoro, che rimane inalterato nonostante percepiscano la pensione: in assenza di figli a carico, però, devono stare sotto a una determinata soglia per quanto riguarda lo stipendio poiché rischiano un taglio dell’assegno che può andare dal 25% al 50%.