Pensione, a marzo l’INPS ti trattiene 60 sacchi e non è un errore | Sarà il cedolino più povero dell’anno

Pensione - (cataniaoggi.it-pexels)
Una delle fasce più deboli si ritroverà con un assegno mensile più basso, una stangata per chi non arriva a fine mese
Marzo 2025 si prospetta un mese difficile per molti pensionati italiani, che si troveranno con un assegno più basso rispetto a febbraio. Chi sperava in un aumento resterà deluso: non ci sarà alcuna rivalutazione aggiuntiva. Anzi, il cedolino subirà una riduzione a causa delle trattenute fiscali previste per il nuovo anno.
Negli ultimi mesi si è diffusa la falsa notizia che a marzo 2025 le pensioni avrebbero beneficiato del taglio dell’IRPEF. Tuttavia, questa riforma sarà effettiva solo in estate e non avrà alcun impatto sugli assegni di marzo. L’INPS ha già applicato le rivalutazioni previste per il 2025 a gennaio, includendo anche l’aumento straordinario delle pensioni minime.
Il motivo principale della riduzione dell’importo è l’applicazione delle addizionali regionali e comunali. Queste trattenute, previste ogni anno, si fanno sentire a partire da marzo, andando a incidere sull’importo netto della pensione. L’INPS trattiene le somme dovute a titolo di saldo per l’anno precedente e di acconto per quello in corso, riducendo così il cedolino mensile.
Le addizionali regionali vengono trattenute in 11 rate mensili, da gennaio a novembre. Per il 2025, i pensionati stanno già pagando le somme dovute alla propria regione per il 2024. Questo significa che la riduzione non è legata a un errore o a un nuovo prelievo straordinario, ma è una tassa già prevista che viene suddivisa su più mesi.
Il peso delle addizionali comunali sull’assegno pensionistico
Oltre alle addizionali regionali, da marzo inizierà anche la trattenuta per l’acconto delle addizionali comunali. Il meccanismo prevede che il 30% dell’importo totale venga sottratto immediatamente dalla pensione, mentre il restante 70% sarà trattenuto l’anno successivo, spalmato in 11 rate mensili. Questo doppio prelievo renderà l’assegno di marzo ancora più basso.
L’importo della riduzione varia in base al reddito e alla città di residenza. Le addizionali regionali e comunali non sono uguali in tutto il Paese e possono incidere in modo diverso sugli assegni pensionistici. Per esempio, un pensionato di Roma con una pensione lorda di 1.500 euro dovrà pagare un totale di 526,50 euro annui di addizionale comunale, con un acconto mensile di circa 58 euro già trattenuto dal cedolino di marzo.

Un assegno più leggero senza compensazioni
A differenza di altre trattenute fiscali, queste riduzioni non sono bilanciate da incrementi o bonus compensativi. Questo significa che i pensionati riceveranno un assegno inferiore rispetto ai mesi precedenti senza alcuna forma di ristoro. In un periodo di aumento del costo della vita, questa decurtazione rischia di pesare ancora di più sui bilanci delle famiglie.
Il cedolino di marzo 2025 porterà quindi una sorpresa sgradita a molti pensionati, che vedranno l’importo netto della loro pensione ridursi a causa delle trattenute fiscali. Per chi vive con una pensione modesta, questa riduzione potrebbe rappresentare una difficoltà ulteriore in un contesto economico già complesso.