Tassa di successione addio, il mio notaio mi ha spiegato come non pagarla | Il trucco legale per sfangarla una volta per tutte
Per cedere la proprietà di un bene a un familiare la legge prevede il pagamento di una passa, ma adesso c’è una novità
La donazione in vita è una delle strategie più comuni per trasferire la proprietà di un immobile ai figli evitando le imposte di successione. Attraverso la donazione, il genitore può anticipare la divisione del patrimonio, riducendo al minimo le implicazioni fiscali successive. Tuttavia, il legislatore ha previsto che le imposte sulle donazioni siano equiparate a quelle sulla successione, per contrastare eventuali pratiche elusive. L’esenzione fiscale è comunque garantita per donazioni tra genitori e figli entro la soglia di un milione di euro per ciascun beneficiario. In caso di superamento di tale limite, si applica un’imposta del 4% sull’eccedenza. Rimane obbligatorio l’atto notarile, il cui costo è inevitabile sia per donazione che per successione.
Un’alternativa alla donazione è la cessione della nuda proprietà, che consente al genitore di mantenere il diritto di usufrutto sull’immobile. In questo caso, il figlio acquisisce la nuda proprietà, mentre il genitore continua ad abitare la casa fino alla propria morte. Questa soluzione riduce il valore imponibile della donazione e consente di usufruire della stessa esenzione fiscale fino a un milione di euro. Alla scomparsa del genitore, l’usufrutto si estingue automaticamente, e il figlio diventa proprietario pieno senza dover affrontare ulteriori tassazioni significative, ad eccezione delle spese di voltura catastale.
Un’altra opzione è rappresentata dall’usucapione, che consente di acquisire la proprietà di un immobile attraverso il possesso continuato e indisturbato per un periodo di almeno 20 anni. Questa soluzione, però, è particolarmente complessa e onerosa, richiedendo una causa civile per l’accertamento dell’usucapione. Anche in caso di accordo stragiudiziale, è necessario autenticare il verbale presso un notaio. Per queste ragioni, l’usucapione è consigliabile solo per patrimoni immobiliari di grande valore o in situazioni familiari particolarmente stabili e collaborative.
Una strategia spesso adottata, ma più controversa, è la separazione consensuale tra coniugi con trasferimento dell’immobile al figlio come parte degli accordi di separazione. Questa soluzione è completamente esente da imposizioni fiscali, come previsto dall’art. 19 della legge n. 74/1987, ed è stata confermata dalla Corte di Cassazione. Il trasferimento avviene dinanzi al giudice e non richiede l’intervento di un notaio, eliminando anche i relativi costi. Tuttavia, questa strategia deve essere considerata con attenzione, poiché richiede un’effettiva procedura di separazione coniugale.
Cosa è il trust e come funziona
Il trust rappresenta un’opzione più sofisticata e strutturata, adatta soprattutto a patrimoni immobiliari di grande valore. Questo strumento giuridico consente di trasferire la proprietà di un immobile a un trustee, che lo gestisce nell’interesse del beneficiario designato, in questo caso il figlio. Il trust garantisce la segregazione patrimoniale, proteggendo i beni da eventuali creditori del disponente. Tuttavia, il trasferimento deve rispettare i diritti dei legittimari, ovvero quei familiari ai quali spetta una quota di eredità per legge.
Il trasferimento dell’immobile al trustee avviene tramite un atto di dotazione, che deve essere redatto per iscritto e stipulato davanti a un notaio. Durante questa fase, si applicano le imposte ipotecarie e catastali in misura fissa, mentre l’imposta sulle donazioni viene applicata solo al momento del trasferimento definitivo dei beni al beneficiario. Il trust comporta costi significativi, legati non solo all’atto notarile ma anche alla remunerazione del trustee per la gestione e amministrazione dei beni conferiti.
Uno strumento consigliato per i patrimoni di grande entità
Il trust offre una grande flessibilità, consentendo al disponente di stabilire le condizioni e i tempi di trasferimento dell’immobile al figlio. Tuttavia, la complessità legale e fiscale di questa soluzione richiede una consulenza professionale accurata, per evitare violazioni delle norme sulla successione necessaria o problemi futuri con i creditori. Per questo motivo, il trust è generalmente consigliato solo per patrimoni di grande entità o in situazioni che richiedono una pianificazione patrimoniale complessa.
Esistono diverse opzioni per trasferire immobili ai figli senza pagare imposte di successione, ciascuna con vantaggi e svantaggi specifici. La scelta della strategia più adatta dipende dal valore del patrimonio, dalle esigenze familiari e dalla complessità della gestione. In ogni caso, è fondamentale valutare con attenzione i costi associati e rivolgersi a professionisti esperti per garantire una pianificazione patrimoniale efficace e conforme alle norme.