Ti lasci dal partner? Ora devi pagare la tassa statale | Nuova ‘imposta per relazioni finite’
La tassa a cui non puoi scampare se ti lasci dal tuo partner. Che batosta micidiale
Concludere una relazione, sia stata essa più breve o più lunga, non è mai facile. Quando si è alle prime esperienze, da adolescenti e da giovani, è estremamente doloroso poiché si pensava che quell’amore sarebbe durato per sempre.
Crescendo si perde quest’illusione ma, proprio per via dell’età che sale, si diventa più responsabili e più autonomi, quindi anche le storie d’amore diventano più serie. Si passa quindi dalle frequentazioni nel weekend alla convivenza che, quando la relazione si conclude, impone tutta una serie di pratiche burocratiche che appesantiscono ulteriormente il cuore già affaticato.
Non c’è bisogno di citare poi il matrimonio, l’estrema coronazione dell’amore che di fatto si celebra, in modo religioso o civile, quando si pensa che la persona che si ha a fianco sarà quella con cui si trascorrerà ogni giorno della propria vita. Quando questo si conclude, è un vero e proprio lutto.
Oltre a tutto questo dolore, poi, c’è anche una tassa che incombe su chi si appresta a chiudere una relazione, più o meno seria. Ecco di che cosa si tratta: è una batosta che nessuno si aspetta di dover affrontare.
La tassa per chi si lascia: che mazzata
Concludere una relazione impone tutta una serie di doveri ai quali ci si sottrarrebbe volentieri ma che invece sono necessari affinché entrambe le persone coinvolte possano riprendere in mano la propria vita serenamente. Un esempio, nel caso della convivenza, è quello della gestione della casa in cui si viveva: scegliere a chi rimane, trovare un accordo economico e fare in modo che entrambi siano soddisfatti e che non restino malintesi o non detti è fondamentale.
Un aspetto a cui si pensa spesso, poi, è quello economico. Si sa, infatti, che separarsi soprattutto se si hanno figli impone ai due genitori neo-single di dover affrontare tutta una serie di spese non indifferenti: ecco, a tal proposito, la tassa micidiale.
Inizia a risparmiare, se pensi di separarti
Quando ci si separa, molti coniugi devono versare all’ex il cosiddetto assegno di mantenimento, il contributo periodico che risponde al diritto-dovere di solidarietà e assistenza reciproca del nucleo famigliare. Questo si distingue però dagli alimenti, che è irrinunciabile e che ricade sulle persone più vicine al beneficiario in stato di bisogno secondo quest’ordine: donatario, coniuge, figli o discendenti, genitori o ascendenti, generi e nuore, suocero e suocera, fratelli e sorelle.
A livello di importi, gli alimenti vengono determinati al minimo possibile poiché tengono conto dei bisogni essenziali e delle capacità economiche del soggetto obbligato. L’assegno di mantenimento, invece, può arrivare a cifre molto corpose.