Orrore prosciutto crudo, se vedi questo timbro buttalo subito | Altro che suino: dentro c’è di tutto
È bufera dietro il marchio di questo famoso prosciutto crudo, in quanto i suini scelti hanno mangiato veramente di tutto, andando in contrapposizione alle rigide regole che vengono imposte dall’azienda. Cosa sarà successo?
Il cibo è vita, bisognerebbe sempre vederlo come un amico e mai come un nemico come purtroppo spesso accade in particolari contesti. Se assunto nelle giuste quantità, in maniera variata ed equilibrata, i chili di troppo non ci spaventerebbero così tanto.
Per quanto possiamo fare attenzione però, non essendo alimenti che ci produciamo da soli, come facevano in passata i nostri antenati, diventa sempre difficile potersi/doversi fidare. Soprattutto per tutto quello che si legge nei vari titoli di cronaca, dove sono molte le industri che purtroppo, pur di aumentare il fatturato, giocano un po’ con la salute dei cittadini.
Per questo ci andiamo un po’ con i piedi di piombo anche se fortunatamente non tutte le aziende fanno così. In merito a questo caso invece, riguardante un famoso marchio di prosciutto crudo, grazie alle testimonianze dei dipendenti, c’è stata una svolta. Spieghiamo meglio il caso.
Le direttive della nota casa di produzione
I salumi considerati DOP, quindi di Denominazione di Origine Protetta, sono tutti quelli che rientrano nella categoria d’élite, in quanto in primis vengono prodotti soltanto nel territorio dal quale nascono e inoltre vengono garantiti quei metodi di produzione controllati definiti dall’azienda che ne garantiscono un prodotto sempre pregiato.
In questo particolare caso, il noto marchio di prosciutto crudo ha degli standard alti, in quanto i suini non devono mai essere alimentati con pane, pizza e pasta, quanto rispettare i regimi di una dieta vegetale e cerali nobili. In questo caso, grazie alla testimonianza dei dipendenti e degli accertatori si è capito che l’alimentazione rilasciata agli animali di quell’allevamento non fosse consona alla politica aziendale.
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Il caso del Prosciutto San Daniele
Con la sentenza n. 35121, la Corte di Cassazione ha rigettato le rimostranze dell’allevatore, dando ragione al Consorzio produttore del Prosciutto San Daniele, in quanto l’alimentazione fornita ai suini non era consona alle linee guida imposte dall’azienda per preservare i suoi prodotti, mantenendo così la sigla DOP. Confermata quindi la frode in commercio, come possiamo leggere sul sito ilsalvagente.it ai danni del ricorrente.
Giustizia è stata fatta dunque! Il Prosciutto San Daniele continua a essere prelibato e sicuro come sempre, motivo per cui potrete continuare a consumarlo con tranquillità.