A Palermo, nell’Hotel San Paolo, la scena politica si accende con l’ultimo show di Cateno De Luca. Tra applausi e l’entusiasmo di una folla di fedelissimi, il leader di Sud chiama Nord annuncia a sorpresa la sua decisione di dimettersi da segretario del movimento. Ma il colpo di scena è solo apparente: De Luca non abbandona la politica, anzi, rilancia con una strategia che si avvicina sempre di più al centrodestra, pur mantenendo una posizione di opposizione dichiarata.

Sul palco, con il suo stile inconfondibile, alterna citazioni bibliche e proverbi dialettali, e non risparmia frecciatine ai suoi avversari. Il rapporto con Renato Schifani, presidente della Regione Siciliana, sembra ormai evoluto: da “ologramma” a “San Francesco”, come lo definisce ironicamente De Luca, che si dice pronto a “fare tirocinio” al fianco del Governatore.

Dalla platea, esponenti del centrodestra applaudono e lo invitano apertamente a unirsi alla maggioranza. Tra loro, Marcello Caruso di Forza Italia, Giorgio Assenza di Fratelli d’Italia e Nino Germanà della Lega. Anche il grillino Nuccio Di Paola prova a provocarlo: “Devi scegliere”. Ma De Luca replica deciso: “Io resto un lupo solitario… ma come quello di Gubbio!”.

Il futuro del leader di Sud chiama Nord passa attraverso il progetto “Ti Amo Sicilia”, un laboratorio politico che verrà presentato il prossimo 18 marzo per proporre idee innovative al governo regionale. Il movimento sarà affidato ai fedelissimi Danilo Lo Giudice e Laura Castelli, ma il segnale è chiaro: De Luca punta a consolidare la sua posizione in vista di un probabile avvicinamento al centrodestra.

Intanto, a Palazzo d’Orleans, il dibattito politico si concentra sulla rotazione dei vertici burocratici della Regione Siciliana. Il presidente Renato Schifani ha annunciato un’ampia revisione negli incarichi dirigenziali, suscitando reazioni contrastanti anche all’interno della maggioranza.

Salvo Geraci, capogruppo della Lega all’Ars, sostiene la necessità di un ricambio: “Non ci potranno essere esenzioni dall’obbligo di rispettare le norme anticorruzione e di trasparenza. L’avvicendamento ai vertici degli assessorati rappresenta un’opportunità per valorizzare nuove forze” – ha dichiarato.

Anche Mimmo Turano, assessore regionale all’Istruzione, ha ridimensionato la vicenda, definendola un “normale turnover” conforme alle normative. “Il governo Schifani seguirà i criteri di rinnovamento, competenza ed efficienza, per garantire una macchina amministrativa all’altezza delle sfide future”, ha aggiunto.

In questo contesto, arriva un’altra importante novità: la Corte dei conti ha registrato il piano triennale 2024-2026 per la transizione digitale della Regione Siciliana, con un investimento di 120 milioni di euro. Renato Schifani ha sottolineato l’importanza di questo piano: “La transizione digitale rappresenta una sfida per semplificare i processi amministrativi, migliorare l’efficienza e garantire competitività economica all’isola” – ha dichiarato.

Il piano, coordinato dall’Autorità per l’innovazione tecnologica guidata da Vitalba Vaccaro, prevede interventi finanziati attraverso il PR FESR 2021-2027, il FSC e il PNRR. Tra le priorità, spiccano: L’implementazione di un portale dei servizi, la digitalizzazione di bandi e avvisi, la creazione di un sistema informativo territoriale unico, la gestione energetica degli edifici pubblici, la creazione di una centrale operativa per la mobilità regionale. L’assessore all’Economia, Alessandro Dagnino, ha dichiarato: “Questo piano darà immediata efficacia agli interventi previsti, rispettando i target di spesa fissati dai programmi comunitari. È una risposta concreta alle esigenze di cittadini e imprese”. La Sicilia si prepara, dunque, ad affrontare le sfide di un futuro sempre più digitale e competitivo.