domenica 28 Aprile 2024
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Catania

Due maxi emergenze, negli Ospedali di Caltagirone e Militello

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La Direzione Strategica dell’Azienda sanitaria catanese esprime altresì il cordoglio ai parenti della vittima e la vicinanza a tutte le persone coinvolte.

Un pomeriggio ad alta tensione quello di ieri negli Ospedali di Militello e Caltagirone. A Militello l’esplosione di un cannoncino spara coriandoli, in occasione dei festeggiamenti del SS.mo Salvatore, ha causato la morte di un uomo e il ferimento di altre sei persone.

Al Pronto Soccorso del nosocomio la risposta sanitaria è stata subito tempestiva. Attivati tutti i percorsi assistenziali necessari. Con l’esecuzione di esami radiologici e consulenze chirurgiche.

La moglie della vittima è stata trasferita all’Ospedale di Caltagirone per essere sottoposta ad intervento ortopedico a causa delle fratture riportate.

Fra i feriti anche due bambini, di 8 e 10 anni, con il loro papà e due donne. Per loro prognosi fra i 5 e i 10 giorni.

Contestualmente al Pronto Soccorso di Militello sono astati assistiti quattro pazienti in codice giallo e una donna colta da infarto. Presenti in servizio, in quelle ore, un medico, due infermieri e due ausiliari che hanno prolungato il loro orario di servizio fino a tarda serata, insieme con i colleghi del turno di notte.

A coordinare le attività il primario del Pronto Soccorso, Nuccia Prumeri, che avvertita dei fatti è rientrata in servizio per dare manforte ai colleghi.

Intorno alle 19.15 la notizia dell’ulteriore tragico incidente a Caltagirone. Un’auto piomba sui tavolini di un bar. Il bilancio è di 6 feriti. Tre di loro sono giunti in Pronto Soccorso in codice rosso e tre in codice giallo. Condotto in Ospedale dai Carabinieri anche il conducente dell’auto per gli accertamenti di rito.

Attivato immediatamente il PEIMAF (Piano Emergenza Interno Massiccio Afflusso di Feriti) con il richiamo in servizio di tutti gli specialisti reperibili di area chirurgica e di area medica.

Attualmente uno dei feriti è ricoverato in Ortopedia, con prognosi di 40 giorni, e quattro sono in osservazione per rivalutazioni specialistiche. Il sesto è stato dimesso, con prognosi di 7 giorni.

Il personale infermieristico e ausiliario del turno pomeridiano ha continuato il proprio orario di lavoro collaborando con i colleghi del turno notturno fino ad ultimazione di tutte le operazioni. Gratitudine e apprezzamento per il lavoro svolto e per la grande capacità di risposta sanitaria di entrambi in Presidi è espresso dai vertici dell’Asp di Catania.

La Direzione Strategica dell’Azienda sanitaria catanese esprime altresì il cordoglio ai parenti della vittima e la vicinanza a tutte le persone coinvolte.

Le operazioni, in entrambi gli Ospedali, sono state coordinate dalla Direzione Medica dei Presidi e dalla Direzione del Pronto Soccorso, in costante collegamento con la Direzione Strategica dell’Asp di Catania e i sindaci delle due comunità.

 «Rivolgo a tutto il personale dei Pronto Soccorso di Caltagirone e Militello la mia personale riconoscenza – dichiara Prumeri -. Immediatamente sono stati resi operativi i protocolli PEIMAF per il massiccio afflusso dei pazienti consentendo agli specialisti intervenuti di stabilizzare e assistere i feriti. In entrambi i casi gli stessi infermieri e ausiliari con i loro coordinatori si sono prodigati ben oltre il loro orario di lavoro per supportare i colleghi del turno successivo».

«Pur nella gravissima carenza di personale che affligge entrambi i Presidi del Calatino, è stata dimostrata una grande capacità di risposta sanitaria in condizioni di maxi emergenza – aggiunge il direttore medico degli Ospedali di Caltagirone e Militello, Giacoma Di Martino – Le strutture sono state sottoposte a un duro stress al quale hanno saputo reagire grazie alla competenza, allo spirito di servizio e al senso di appartenenza di tutti gli operatori ai quali voglio anche io rivolgere il mio grazie. A nome di tutti gli operatori desidero, inoltre, esprimere il nostro cordoglio per la vittima del grave incidente di Militello, e la nostra vicinanza ai feriti e alle loro famiglie di entrambe le comunità».

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