La Procura di Catania, nell’ambito di attività investigativa svolta a carico di un 35enne indagato per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, ha richiesto ed ottenuto nei suoi confronti la misura cautelare della custodia cautelare in carcere, eseguita dai Carabinieri della Tenenza Misterbianco che lo hanno associato al carcere catanese di Piazza Lanza.
Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, in uno stato del procedimento nel quale non è ancora intervenuto il contraddittorio dell’indagato, hanno fatto luce sulle condotte abituali e reiterate che sarebbero state poste in essere dall’uomo, spesso sotto l’effetto di droga o di sostanze alcoliche, nei confronti della convivente 43enne.
La vittima aveva allacciato una relazione sentimentale con l’ex compagno nel mese di marzo del 2020 il quale, dopo un periodo di circa un anno di apparente tranquillità familiare avrebbe mutato il proprio comportamento, cominciando pesantemente a picchiarla e maltrattarla.
Tuttavia, la donna non aveva mai denunciato il 35enne, verosimilmente per l’insana convinzione che potesse mutare il suo comportamento e per scongiurare eventuali ritorsioni nei suoi confronti e nei confronti dei suoi due figli, di cui uno ancora minorenne, nati durante la sua precedente relazione matrimoniale ormai conclusa.
L‘evento che avrebbe però finalmente convinto la donna ad agire contro il suo aguzzino è accaduto il 28 febbraio di quest’anno, allorché, una pattuglia di Carabinieri motocilisti del Nucleo Radiomobile di Catania, transitando lungo il Corso Indipendenza, aveva notato la coppia litigare animatamente all’interno di un’Opel Agila in marcia, poi risultata di proprietà della donna, la quale veniva presa a pugni sul viso dall’uomo.
La donna aveva pertanto tirato il freno a mano dell’autovettura, provocandone lo sbandamento, inducendo così i Carabinieri ad agire immediatamente, bloccando l’uomo e chiedendo l’intervento di soccorso del 118 per la donna che, visitata dai medici del pronto soccorso dell’ospedale San Marco, è stata giudicata affetta da “frattura delle ossa nasali”.
Tale circostanza ha dunque indotto la 43enne a raccontare la verità dei fatti e a mutare atteggiamento nei confronti del compagno che aveva sempre deresponsabilizzato rispetto alle lesioni conseguite alle aggressioni subite, da lei invece descritte ai medici come fortuiti ed autonomi incidenti casalinghi.
Ha così raccontato ai militari che nel gennaio del 2020 l’uomo l’avrebbe presa per i capelli e trascinata per la strada colpendola con pugni alla testa ed alla spalla, inoltre, nel successivo mese di giugno, dopo l’ennesimo litigio al culmine del quale lei aveva deciso di andare via da casa, lui l’avrebbe presa a pugni provocandole una ferita all’arcata sopraccigliare, nonché le avrebbe rotto due denti percuotendola con il cellulare.
Significativo inoltre, ai fini della valutazione della pericolosità del 35enne, il tentativo che lo stesso avrebbe posto in essere di spingere la donna fuori dalla macchina in corsa lungo la SS. 121, proprio in corrispondenza di un noto centro commerciale, che fortunatamente non sarebbe andato a fine per la resistenza opposta dalla donna che, riuscita a fargli fermare la macchina e quindi scendere, sarebbe stata da lui colpita alla schiena ed alla nuca con schiaffi e pugni.
Il comportamento dell’uomo, inoltre, sarebbe stato non solo violento e prepotente ma incline a veri e propri fini persecutori nei confronti della compagna, destinataria anche di quotidiani insulti e privazioni asseritamente motivati dall’accecante morbosa gelosia nutrita dal 35enne nei suoi confronti, per la quale sarebbe stata priva di potersi truccare, frequentare i social network e, inoltre, costantemente privata dei propri risparmi.
In tale quadro, infatti, il provvidenziale intervento dei motociclisti dei Carabinieri del 28 febbraio scorso avrebbe interrotto l’ennesima aggressione, scaturita dalla richiesta di denaro da parte dell’uomo di acquistare cocaina e crack, proposito al quale lei si sarebbe fermamente opposta specificandogli, ancora una volta, che le proprie risorse economiche sarebbero dovute servire per i propri figli e non per consentirgli l’acquisto della droga; a tal fine, inoltre, la malcapitata ha anche raccontato che in passato il 35enne l’avrebbe costretta ad assumere cocaina contro la sua volontà, afferrandola per la testa ed avvicinandogliela quindi al naso.
In verità, come in ogni altra precedente occasione la donna, pur avendo già formalizzato denuncia nei confronti dell’uomo, sarebbe ritornata sui suoi passi a seguito delle “rassicurazioni” di quest’ultimo sul cambiamento del proprio comportamento, convincendola così a riprendere la loro convivenza dopo un breve periodo durante il quale lei aveva alloggiato presso amici e parenti.
Ben presto, purtroppo, la donna avrebbe verificato come quelle promesse non fossero supportate dai concreti comportamenti del compagno, tant’è che lo scorso mese di maggio, mentre in auto si trovava a Catania lungo il viale Odorico da Pordenone, avendo il desiderio di un gelato, avrebbe consegnato una banconota da 50 euro al compagno con preghiera di comprarlo nel bar annesso ad una stazione di servizio.
Orbene, l’uomo le avrebbe dapprima consegnato il gelato, ma sarebbe rientrato subito all’interno del bar dove, dopo addirittura un’ora circa, la donna l’avrebbe trovato al bancone con alcuni bicchieri di liquore già svuotati ed intento a grattare alcuni biglietti della lotteria istantanea.
Ovvia a questo punto la reazione della donna per lo sperpero dei propri soldi e conseguente ulteriore litigio a casa, con definitivo abbandono dell’abitazione da parte di quest’ultima che però nei giorni successivi, trasferitasi nell’abitazione a lui non nota di un’amica, sarebbe stata tartassata da continue telefonate dell’uomo tanto da indurla a spegnere il cellulare.