In Sicilia

Caso Diciotti, libero il presunto scafista

E’ stato scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare Ashraf Abnibrahim, uno dei tre uomini accusati di essere stati gli scafisti del viaggio di 177 migranti verso la Sicilia, poi salvati dalla nave Diciotti nell’agosto 2018 in una vicenda che coinvolse l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Abnibrahim, egiziano di 43 anni, era stato condannato a otto anni in primo grado ad Agrigento assieme ad altri due imputati, per uno dei quali – Mahammad Ezet Al Jeraz Mahammad – la sentenza e’ gia’ divenuta definitiva: una serie di circostanze processuali favorevoli ad Abnibrahim, avvenute a Palermo, hanno pero’ portato al suo ritorno in liberta’, adesso deciso dalla seconda sezione della corte d’assise d’appello.

Il collegio presieduto da Angelo Pellino, a latere Pietro Pellegrino, nello scarcerarlo gli ha imposto gli obblighi di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria. I tre egiziani (il terzo e’ Ahmed Farid Shalaby) presunti complici dei trafficanti di esseri umani, sono stati giudicati in corte d’assise ad Agrigento. Dopo la condanna Abnibrahim, difeso dall’avvocato Cinzia Pecoraro, e Shalaby, assistito dall’avvocato Antonio Pecoraro, si erano visti dichiarare inammissibile l’appello, celebrato nel capoluogo dell’Isola, perche’ presentato in ritardo.

La Cassazione aveva pero’ accolto il ricorso dei legali e annullato con rinvio la sentenza, perche’ – diversamente da come avevano ritenuto i giudici siciliani – i termini per impugnare decorrono solo dal momento in cui l’imputato straniero che ne abbia fatto richiesta riceve la sentenza tradotta nella sua lingua. Per non fare scadere i termini di custodia il processo di rinvio era stato fissato in extremis, ma per tempo, dal nuovo collegio palermitano incaricato di giudicare Abnibrahim: un impedimento fisico reale e documentato del difensore aveva pero’ costretto i giudici a non tenere l’udienza. E poiche’ i termini relativi alla liberta’ personale sono perentori, e’ stata accolta l’istanza di scarcerazione presentata dall’avvocato Cinzia Pecoraro.

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Redazione