Il professor Fabio Fatuzzo è il nuovo commissario straordinario unico per la depurazione. Lo stabilisce un decreto del presidente del Consiglio, che formalizza la nomina decisa dal ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto, di concerto con il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto.
Oltre a Fatuzzo, catanese, presidente di Sidra SpA ed ex parlamentare, la Struttura chiamata a realizzare gli interventi di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue urbane negli agglomerati idrici oggetto di infrazione comunitaria si compone anche di due nuovi subcommissari: Salvatore Cordaro, ex assessore regionale, e Antonino Daffinà. Nomine che però non sono piaciute al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.
Sull’argomento, è intervenuto l’ex Assessore Regionale alla Salute Ruggero Razza, con un post nel suo profilo personale di Facebook, spiega come. “Da giorni tiene banco una polemica sulle nomine del commissario per la depurazione, e dei suoi sub-commissari, di competenza (e quindi responsabilità) del governo nazionale. Ma di che si tratta? Sono ruoli tecnici-amministrativi tesi a sbloccare, per questo la legge istituisce figure commissariali, opere importanti e del valore di centinaia di milioni di euro”.
“Proviamo a fare una valutazione “neutra””, scrive Razza.
“Per prima cosa sento di non condividere l’idea che coniugare l’esperienza amministrativa, politica e tecnica non sia stata la scelta più corretta. Tutte e tre, nessuna esclusa. Ricordo bene, infatti, le riunioni con la struttura del professor Giugni e mi spiace dover riportare alla memoria di tutti come, forse per eccesso di burocrazie e per iter autorizzativi farraginosi, gran parte delle risorse non spese per l’idrico in Sicilia rientrino proprio nella diretta competenza del commissario, allora nominato da un governo nazionale di ben altro colore politico, e rischiano di costare centinaia di milioni di euro alla Sicilia”.
“Che il ritardo del commissario sia grave, – scrive Ruggero Razza – lo dimostra anche la delibera con cui la Giunta Schifani ha revocato dal Poc oltre 20 milioni di finanziamenti affidati proprio al Commissario per la depurazione. E non si tratta delle uniche risorse non spese, ma è forte la preoccupazione che siano centinaia i milioni di euro che sono a rischio di essere perduti, mentre l’Italia paga centinaia di milioni di infrazione comunitaria. Solo sul Poc l’impegno di spesa supera i 300 milioni!”
“Il nostro governo – sottolinea Ruggero Razza – ha lavorato molto, pur senza avere capacità decisionali perché il Commissario è “autorità nazionale” con risorse prese dai programmi per la Sicilia ma assegnate con delibera del Cipe, e ricordo quanto faticoso sia stato, ad esempio, premere perché andasse in gara il collettore fognario di Catania, il cui appalto integrato è stato aggiudicato pochi mesi fa. È solo un esempio”.
“Centinaia di milioni di euro e la necessità di fare opere che tutelino anche la salute pubblica, la salubrità dei mari, la dispersione delle reti idriche. Un lavoro che si interseca con l’avvio, in provincia di Catania e dopo una lunga querelle giudiziaria durata 15 anni, della gestione unica delle acque: una grande opportunità perché consentirà di realizzare le opere direttamente e senza ulteriori gare, essendo l’aggiudicatario già indicato dalla originaria procedura che dovrà essere a breve contrattualizzata (come ha imposto il Cga)”.
“Insomma, più che le polemiche è tempo di fatti. E l’interesse della Sicilia, che FdI ha difeso più di chiunque e che dovrebbe essere ben noto a tutti, a partire dalla soluzione per la crisi del sito produttivo di Priolo, passando per Isnello, Termini Imerese e per le norme salva-bilancio approvate nella legge finanziaria (solo per fare alcuni esempi), si compie realizzando le opere per la depurazione e lavorando pancia a terra per farlo nei tempi più rapidi”.
“Su questo – conclude Ruggero Razza – si giudicherà la credibilità e l’opportunità delle scelte compiute. Che come tutte le scelte – nessuna esclusa – non cadono dal pero”.