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Credito al consumo in Sicilia: tra sfide e opportunità

La Sicilia, con un mercato del credito al consumo che sfiora i 5 miliardi di euro e rappresenta il 9,4% del totale nazionale, si conferma un territorio strategico nonostante le complessità. Marco Tarantola, palermitano, ingegnere elettronico e oggi amministratore delegato e direttore generale di Findomestic Banca, analizza la situazione economica dell’Isola in un intervista rilasciata a Repubblica Palermo.

Solo il 25% delle famiglie riesce a risparmiare parte del reddito, mentre il 51% segnala difficoltà economiche significative, percentuale superiore alla media del Sud (49%) e a quella nazionale (39%). Tarantola collega anche la frenata nei consumi registrata nel terzo trimestre all’aumento dei prezzi nelle città turistiche, che ha alimentato la percezione di una minore disponibilità economica.

La tipologia di acquisti, però, si avvicina sempre più a quella del resto d’Italia, con una crescente domanda di prestiti per ristrutturazioni e interventi di efficientamento energetico. Anche l’elettronica sta superando beni tradizionali come mobili e auto. Sul fronte della puntualità nei pagamenti, l’aumento dei mutui e l’inflazione hanno causato difficoltà, ma la situazione sembra ora stabilizzarsi con un recupero del potere d’acquisto.

La chiusura di sportelli bancari in Sicilia, che lascia 147 Comuni senza filiali, sta aprendo nuove opportunità per Findomestic. Con una presenza radicata di 34 agenzie, 430 mila clienti e 200 dipendenti sul territorio, l’istituto si propone come alternativa per i piccoli risparmiatori e le famiglie, garantendo continuità nei rapporti, spesso messa in discussione dalle riorganizzazioni bancarie.

Sul tema del credito, Tarantola sottolinea che il problema principale non è l’accesso, ma la conoscenza del cliente, spesso resa più complessa dalla centralizzazione dei grandi gruppi bancari. Per contrastare i rischi di un eccessivo indebitamento, Findomestic punta su prodotti trasparenti e su programmi di educazione finanziaria, coinvolgendo anche le scuole.

Guardando al futuro della Sicilia, Tarantola individua nella qualità della vita un punto di forza, con segnali di ritorno grazie allo smart working. Tuttavia, rimarca l’urgenza di attrarre investimenti di grandi gruppi e di sviluppare settori come il turismo di alta fascia per offrire opportunità concrete ai giovani, spesso costretti a cercare lavoro fuori dalla regione.

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Redazione