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Dossieraggio: Cantone, “i numeri lasciano pensare ci sia altro dietro”

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Davanti alla Commissione Antimafia, il procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone, lo mette subito in chiaro: “Non mi occupo di bolle di sapone. Non me ne sono mai occupato neanche da bambino”. E in effetti nel corso delle 3 ore di audizione a Palazzo San Macuto, per relazionare in merito all´inchiesta sul presunto dossieraggio a danni di politici, imprenditori e personaggi dello spettacolo, il magistrato riferisce numeri e circostanze che appaiono quanto di più lontano possa esserci da qualsiasi gioco per bambini. “Se uno non conosce gli atti – dice – non può esprimere giudizi”.

Cantone, così come aveva fatto ieri il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, tratteggia i contorni di una vicenda inquietante, che vede nel luogotenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano, il suo personaggio chiave. “Condivido integralmente le parole del procuratore antimafia – ha spiegato Cantone – sul fatto che i numeri lasciano pensare ci sia altro dietro. I numeri inquietano perchè sono davvero mostruosi”. La mole di dati raccolti abusivamente fa impallidire: 33.528 file scaricati da Striano in 4 anni.

“Questo numero enorme di atti scaricati dalla Procura nazionale antimafia che fine ha fatto? – si interroga Cantone – E quanti di questi dati possono essere utili?”. Tra i timori più grandi c´è quello che i dati possano essere finiti in mano di servizi segreti stranieri, ma su questo Cantone rassicura: “Sulle finalità eversive non ho elementi per intervenire”, “non ci risulta che (Striano ndr) abbia avuto rapporti con agenti segreti stranieri. Lo nego assolutamente”. L´ombra di un sistema più complesso ed esteso, che vedeva in Striano soltanto la punta dell´iceberg, emerge anche dall´audizione di Cantone, il quale va oltre spiegando che “il mercato delle Sos (Segnalazioni di operazioni sospette ndr) non si è mai fermato”.

Quindi il procuratore di Perugia sottolinea la necessità di un monitoraggio più efficace del controllo delle Sos. “Il tema è delicato – dice – ma bisogna intervenire con intelligenza, con un report ogni certo periodo di tempo, perchè si rischia di creare un vulnus nelle indagini pesantissimo”. Nel corso della deposizione Cantone ha poi precisato: “Noi abbiamo sentito il senatore Lotito come persona informata sui fatti”.

Ieri pomeriggio Cantone e Melillo sono stati ascoltati dal Copasir, nell´attesa che anche il Csm possa accogliere la loro richiesta di audizione: “Il Csm valuterà se e quando sentirci – ha detto Cantone lasciando Palazzo San Macuto -. Noi ci siamo messi a disposizione. Le cose che abbiamo detto sono state dette in seduta pubblica, quindi si potrebbe anche ritenere sufficiente quello che abbiamo detto”.

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Redazione

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