“Gli editori associati alla Federazione digitali ringraziano il governo Schifani e tutta la maggioranza parlamentare che lo sostiene. Consideriamo musica per le nostre orecchie le dichiarazioni lungimiranti dell’Assessore all’Economia della Regione siciliana Marco Falcone e ci rendiamo disponibili al confronto istituzionale con tutte le forze di maggioranza e opposizione. Gli editori digitali siciliani non intendono in alcun modo peccare di hybris e per tale ragione ritengono opportuno estendere il dibattito sull’esigenze dell’industria dell’editoria a tutte le forze politiche che popolano il parlamento più antico di Europa”. E’ quanto si legge in una nota a proposito del decreto del governo Schifani che ha destinato 2,2 milioni di euro al settore dell’informazione.
“I temi legati all’industria editoriale non possono più essere trascurati in quanto nel nuovo mondo gli Stati non possono più concedersi il lusso di non avere una informazione sana, veritiera e democratica – prosegue la nota – E’ assolutamente necessario legiferare in materia al fine di rilanciare tutta la filiera non soltanto a difesa degli operatori del settore, ed in primis dei giornalisti da anni mortificati, ma soprattutto a tutela del tessuto imprenditoriale siciliano ed italiano che grazie all’editoria riesce ad affermarsi nei mercati mondiali”. “Come auspicato dal presidente della Federazione Italiana Editori Giornali anche gli editori digitali si augurano che le altre Regioni italiane seguano l’esempio della Regione siciliana nonché confidiamo sulla sensibilità del governo Meloni affinché non commetta l’errore di ridurre ulteriormente risorse al comparto attualmente già fortemente penalizzato rispetto ai fondi che vengono assegnati negli altri paesi europei”.
“Riteniamo, in ultimo, inderogabile l’istituzione di un tavolo tecnico presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, aperto alle associazioni datoriali che difendono il diritto all’informazione delle comunità locali, coordinato dal liberal Alberto Barachini, sottosegretario con delega all’informazione”, conclude la nota.