Sarebbero sei le gare truccate scoperte dalla Guardia di Finanza di Palermo nell’ambito di una indagine su illeciti nel mondo degli appalti della sanità pubblica siciliana che ha portato a una misura cautelare nei confronti di 10 persone. I finanzieri del Nef di Palermo avrebbero scoperto una tangente da 700 mila euro versata al presidente della commissione di gara e a un faccendiere dalla società che si è aggiudicata l’appalto da 12,4 milioni di euro per la realizzazione, gestione e manutenzione del sistema informativo dell’Asp 6 di Palermo . Una seconda tangente sarebbe stata corrisposta a un pubblico ufficiale e a un complice nell’ambito di due gare da oltre 220 milioni per la fornitura di apparecchiature elettromedicali, gestite rispettivamente dalla Regione Siciliana e dall’Asp di Palermo.
Grazie ad un consulente legale, sarebbero stati predisposti dalla società aggiudicataria contratti meramente formali di manutenzione di apparecchiature con l’unica finalità di giustificare, grazie all’utilizzo di fatture false, il passaggio di somme di denaro tramite un’impresa compiacente. Soldi poi arrivati ai corrotti. Le indagini hanno riguardato anche l’ipotesi di un tentativo di turbativa di una procedura di gara ad evidenza pubblica da parte, tra gli altri, di un appartenente alle forze dell’ordine.
Gli investigatori avrebbero ricostruito inoltre episodi di corruzione e turbative d’asta per due importanti gare una nella Siiclia occidentale, l’altra in quella orientale. Sotto la lente degli inquirenti è finita la gara pubblica del valore di 227,6 milioni di euro indetta per l’affidamento dei servizi di pulizia in ambito sanitario. In questo caso l’ipotesi di reato è turbativa d’asta e sarebbero emerse responsabilità di un pubblico ufficiale dell’Asp di Enna, in qualità di consulente della Regione Siciliana. Altro filone di indagine riguarda due dirigenti di una società nel settore sanitario che, per avere la prosecuzione di un contratto di 140 milioni per l’assistenza domiciliare respiratoria per il bacino orientale dell’isola avrebbero tentato di corrompere un funzionario dell’Asp di Enna.
Infine, altro appalto finito sotto inchiesta è quello dell’affidamento del servizio di ossigenoterapia domiciliare relativo alle aziende del bacino occidentale della regione Sicilia, del valore di 66,4 milioni di euro. Il presidente della commissione di gara avrebbe rivelato informazioni riservate ai dirigenti della società aggiudicatrice dell’appalto, in cambio della promessa di una tangente pari all’1% dell’importo di gara e soggiorni in hotel di lusso.