“Questa è una vittoria di tutto il centrodestra. Anche i partiti regionali raggiungeranno la soglia del 5 per cento e contribuiranno, con i loro rappresentanti, a sostenere il mio governo. Di questo sono particolarmente felice. Voglio ringraziare Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni, Matteo Salvini”. Sono le prima parole di Renato Schifani, neo Governatore della Sicilia. “Sulla mia elezione le forze centriste hanno avuto lo stesso peso di Fratelli d’Italia, né va dimenticato che Forza Italia ha preso lo stesso coefficiente della Meloni. Anche gli autonomisti di Lombardo e la Dc di Cuffaro hanno raggiunto il 10%: è un segnale che il governo siciliano sarà baricentrico e non trainato esclusivamente dalle destre”. Ha sottolinea il neopresidente della Regione Renato Schifani.
La proclamazione di Schifani dovrebbe avvenire entro la fine della settimana. Ma il governatore vuole accelerare per formare quanto prima il suo governo. “Dobbiamo partire subito con la giunta – afferma – Sarà composta da assessori politici-esperti, assessori tuttologi non li accetterò”. Schifani lo ha ripetuto più volte in campagna elettorale per non avere sorprese dagli alleati, ai quali ha chiesto una “rosa di nomi”. Poi sarà lui a scegliere. L’assessorato più “caldo” è quello della sanità. “Ho scoperto che è molto ambito dai partiti”, chiosa Schifani.
Per riguarda riguarda invece l’insediamento degli eletti in Assemblea. La segreteria generale dell’Assemblea convocherà i neo deputati eletti per l’accoglienza, probabilmente nell’ultima settimana di ottobre, a novembre poi la prima seduta parlamentare per l’insediamento dei 70 neo-eletti.
Sono otto le liste elettorali che hanno superato lo sbarramento del 5%, previsto dalla legge regionale. Per 11 liste, invece, non scatterà alcun seggio. L’en plein lo fa il centrodestra: 5 su 5. Ritorna all’Ars il simbolo della Dc: il partito di Totò Cuffaro ha superato il 6%. Staccano il biglietto per sala d’Ercole anche i “Popolari e autonomisti” di Raffaele Lombardo (una manciata di voti in più della Dc), Lega-Prima l’Italia con poco più del 6%.
FdI ha superato di un soffio Fi, ed è il primo partito della coalizione. Nel centrosinistra rimane fuori dal Parlamento Centopassi, poco sopra il 3%, con il suo leader Claudio Fava che ieri ha annunciato, il ritiro dall’impegno politico. Nessun seggio per Azione-Iv-Calenda, intorno al 2%, e per ‘Sicilia Vera’, la lista che porta il nome del movimento di Cateno De Luca, che non è arrivata neanche al 3%.
Su nove liste presentate l’ex sindaco di Messina supera la soglia del 5% soltanto la lista “De Luca sindaco di Sicilia-Sud chiama Nord”, che va oltre il 13%. Sopra il 13% anche il M5s. Schifani potrà contare su una buona maggioranza, almeno quaranta parlamentari; di fronte però si ritroverà una opposizione agguerrita, guidata da Pd e M5s entrambi con 11 deputati a testa, e Cateno De Luca.