In Sicilia

Gli operatori della sanità “privata” si dicono pronti alla sfida

Il governatore prima dell’insediamento del neo-assessore alla Sanità, ha promesso di costituire, all’interno dell’assessorato, una task force ristretta e qualificata che, in tempi brevissimi, realizzi un rapporto approfondito sullo stato dei luoghi di tutte le aree d’emergenza siciliane, sottolineando eventuali disfunzioni e soluzioni”. Poi ha sottolineato, di “adottare soluzioni concrete e immediate”.

La sanità siciliana “ha offerto una prova straordinaria contro il Covid. E che, adesso, deve affrontare una delicata fase post-pandemica, valorizzando le eccellenze professionali che ha, sia nel pubblico che nel privato”. Sull’ipotesi un coinvolgimento del settore privato ha affermato: “L’urgenza è sempre stata gestita dal pubblico. Una eventuale estensione dovrebbe essere oggetto di una contrattazione e se ne potrebbe discutere soltanto in presenza di una intesa valida e condivisa, in grado di dare una risposta più efficace”. Riguardo al Covid sottolinea che “si deve tornare alla normalità”, ma “senza la paralisi di percorsi che si sono dimostrati efficienti anche in prospettiva futura”. E’ saggio “non abbassare la guardia”.

E con una lettera indirizzata sia al Presidente della Regione e al neo assessore alla salute Giovanna Volo, gli operatori della sanità “privata” si dicono pronti alla sfida “Confindustria Catania con la sua sezione servizi sanitari – si legge nella lettera – accoglie con grande favore le dichiarazioni del Presidente Schifani per una gestione del servizio sanitario in ottica di reale e proficua integrazione pubblico-privato”

“La componente privata ospedaliera del Servizio sanitario nazionale. continua l’articolata lettera – avverte da anni la responsabilità  l’urgenza di dare risposte risposte efficaci per dare soluzioni alle principali criticità che registra l’assistenza…. da anni esistono protocolli fra le Case di Cura accreditate e i Pronto Soccorso… riteniamo che una programmazione condivisa che abbia come obiettivo garantire una assistenza di qualità e tempestiva non possa, però, conciliarsi con rigidi tetti di spesa. Le Case di Cura sono pronte alla sfida, dice in pratica la lettera, ma occorre ridefinire i tetti di spesa. Così Confindustria rivolge una sorta di appello alla valutazione “venga stabilito che le prestazioni di emergenza urgenza possano essere remunerate anche se rese oltre il tetto di spesa assegnato”.

“Ciò consentirebbe alle cliniche di accogliere il paziente attivando un meccanismo virtuoso che già nel breve termine attenuerebbe il sovraffollamento delle aree di emergenza e disinnescherebbe il vortice di violenza che l’esasperazione dell’utenza produce”. Per il 2022, secondo le cliniche convenzionate, sarebbe sufficiente un aumento dei budget del 5% per completare l’anno e far partire subito il servizio e avere il tempo di programmare per il 2023.

Share
Published by
Redazione