Governance 2024, il sindaco più amato è quello di Parma

Il Governance Poll 2024, realizzato dall’Istituto demoscopico Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore, ha rivelato i sindaci e i governatori più apprezzati d’Italia. Michele Guerra, sindaco di Parma, è stato incoronato il sindaco più amato con il 63% dei consensi. Seguono Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, con il 62%, e Michele De Pascale, sindaco di Ravenna, con il 61%.

Tra i presidenti di Regione, Massimiliano Fedriga del Friuli Venezia Giulia ha ottenuto il primo posto con il 68% dei consensi, superando Stefano Bonaccini dell’Emilia Romagna (67%) e Luca Zaia del Veneto (66%).

Per quanto riguarda Catania, il sindaco Enrico Trantino, eletto nel 2023, non figura tra i primi posti della classifica, si attesta al 17esimo posto: per lui il 57,5% di gradimento, a fronte però di un dato precedente che era del 66,1% (-8,6%).

Male i sindaci di Palermo e Trapani, Roberto Lagalla e Giacomo Tranchida, rispettivamente penultimo e ultimo. Lagalla al 45% (-2,6%), Tranchida al 42% (-0,5%). Peppe Cassì sindaco di Ragusa, è il più amato tra i primi cittadini della Sicilia.

Posizione di retrovia anche per il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, settantesimo con il 48,5% (-6,9% per lui). In risalita, invece, il sindaco di Messina, Federico Basile: dal 45,5% del giorno dell’elezione, è salito al 52% (+6,5%) attestandosi al 54esimo posto. Risalendo la graduatoria si trova il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, 37esimo: per lui, però, un passo inidetro dal 60,4% al 54,5%. Trentaduesima posizione per il sindaco di Enna, Maurizio Di Pietro, che però è sceso di 3,3 punti percentuali passando dal 58,3 al 55 per cento.

Sondaggi ok, ma i sindaci italiani, giornalmente affrontano numerose sfide, specialmente nei piccoli comuni. Alcuni dei problemi principali includono:

Lo spopolamento, piu’ sentito nei piccoli comuni, dove alcuni di qusti hanno visto una diminuzione dell’80% negli ultimi anni. Questo fenomeno rende difficile mantenere servizi essenziali e infrastrutture.

Recentemente, il governo ha modificato le regole sui mandati dei sindaci. Nei comuni con meno di 5.000 abitanti, i sindaci possono ora essere rieletti senza limiti, mentre nei comuni tra 5.000 e 15.000 abitanti il limite è stato aumentato a tre mandati consecutivi. Questo cambiamento è stato accolto positivamente da alcuni, ma ci sono ancora dibattiti su ulteriori estensioni.

I piccoli comuni spesso hanno risorse finanziarie e umane limitate. Gli uffici comunali sono spesso sottodimensionati e i dipendenti hanno un’età media avanzata. Questo rende difficile gestire progetti complessi e accedere ai fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

Senza poi parlare, dove i sindaci sono spesso esposti a rischi legali per le decisioni prese durante il loro mandato. Molti casi finiscono con archiviazioni o assoluzioni, ma il processo può essere lungo e stressante.

La mancanza di infrastrutture moderne, come la banda larga, e servizi essenziali, come strade e acqua potabile, rende difficile attrarre nuovi residenti e sostenere l’economia locale.

Questi problemi richiedono soluzioni innovative e un supporto continuo da parte del governo nazionale per garantire la sopravvivenza e la prosperità dei piccoli comuni italiani.

Se a questo aggiungiamo anche le guerre interne all’interno dei partiti dove in molti casi si dimentica che il politico dovrebbe lavorare duramente per tutti i cittadini e non solo per il suo elettorato, tutto questo diventa difficile da gestire.