La Procuratrice Capo presso il Tribunale per i minorenni di Palermo, Claudia Caramanna, è stata recentemente oggetto di nuove minacce legate al suo impegno nel contrastare la criminalità organizzata. Un episodio inquietante ha visto il ritrovamento, all’interno di un fascicolo d’ufficio, di una lettera con esplicite intimidazioni e il disegno di una croce. Le parole rivolte alla procuratrice sono state chiare e minacciose: “Devi smetterla di occuparti dei figli degli altri”.
Questo atto non è solo un attacco personale alla Procuratrice Caramanna, ma rappresenta un tentativo di minare l’autorità della giustizia e il suo ruolo fondamentale nella tutela dei diritti dei minori e nella lotta alla criminalità. La lettera è un simbolo di come le forze oscure della criminalità cercano di instillare paura e di ostacolare il corso della legge.
Le autorità competenti stanno indagando sull’accaduto con la massima serietà, determinate a garantire la sicurezza della Procuratrice e a preservare l’integrità del sistema giudiziario. La comunità giuridica e la società civile si stringono attorno a Claudia Caramanna, esprimendo solidarietà e supporto nel suo lavoro essenziale di difesa della legalità e dei diritti dei più vulnerabili.
Questo episodio riafferma l’importanza della protezione e del sostegno a tutti coloro che, come la Procuratrice Caramanna, si trovano in prima linea nella lotta contro la criminalità, spesso a rischio della propria sicurezza personale.
”L’Associazione nazionale magistrati esprime vicinanza alla procuratrice per i minorenni di Palermo, Claudia Caramanna, per il nuovo inquietante atto intimidatorio subito in ragione del suo costante impegno nel contrasto alla criminalità organizzata e alla devianza minorile. Con il coraggio che ha già dimostrato in questi anni, la collega non si lascerà certamente condizionare da questa ignobile azione, continuando a impegnarsi con determinazione e spirito di servizio a tutela della legalità”. Così la giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati in una nota.
”Auspichiamo che nulla sia trascurato per garantire la sicurezza della collega e che sia sempre alta l’attenzione delle istituzioni per prevenire azioni ritorsive, con il chiaro scopo di delegittimazione della giustizia, nei confronti dei magistrati impegnati nel contrasto alla criminalità, ancor più in territori dove è sempre pervasiva e insidiosa la presenza mafiosa”, conclude l’Anm.