In Sicilia

La “borghesia mafiosa” dopo la cattura di Messina Denaro

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Lunedi 16 gennaio del 2023, sono le 8.00 del mattino, e piove. Quando un uomo con un giaccone marrone, occhiali e berretto di lana si incammina verso l’ingresso di una clinica privata. A raggiungerlo, un militare che gli chiede come si chiamasse. Il boss, ha capito subito che la sua latitanza era appena finita. “Lei sa chi sono”, “sono Matteo Messina Denaro” da qui la gioia del colonnello Lucio Arcidiacono, il militare a capo del Ros di Palermo, che da otto anni gli dava la caccia.

Gli indizi, che hanno portato alla cattura del Boss, arriva nella primavera del 2022, quando una cimice registra che il boss più ricercato al mondo, era malato. Da qui, le indagini che coinvolgono anche il Ministero della Salute. Gli investigatori, mettono a setaccio tutte le cartelle cliniche. La risposta, arriva in brevissimo tempo. Un lavoro certosino, di riscontri e ricerche accurate che porta a capire che Andrea Bonafede e Messina Denaro erano la stessa persona. Ma il lavoro degli investigatori non è ancora finito. Si cerca, chi ha protetto la sua latitanza per tutti questi anni.

Ma cosa è cambiato oggi. La mafia è come un camaleonte. Diventa sempre più invisibile. Ha una “capacità di rigenerazione”, lo si legge nelle relazioni della Dia e della Commissione antimafia. Negli ultimi anni, ha diminuito la morsa della violenza nei confronti dello Stato, che non solo ha rifiutato gli accordi. Ma ha risposto con leggi, che ha portato dietro le sbarre molti boss.

Dove alcuni di questi, hanno passato gli ultimi giorni della loro vita. La nuova mafia, secondo gli esperti, sta cercando di infiltrarsi negli affari che contano. Con metodi nuovi, ma soprattutto con uomini preparati per farlo. Ma c’e sempre un punto fermo.

La mafia ha una capacità di riorganizzarsi in brevissimo tempo. La prova, sono alcune inchieste, come “Cupola 2.0”. Anzi, in alcune occasioni, abbiamo visto che non ha mai perso i contatti con l’estero. Un legame con le “famiglie” americane dei Gambino, che la Sicilia non l’hanno mai dimenticata.

Adesso l’attenzione, è rivolta nei  nuovi manager della mafia. Dove si pensa, che la mafia si infiltri in una rete di potere con la politica, finanza, economia, massoneria, ma anche con professionisti del tessuto economico che conta.

La “borghesia mafiosa”, ne ha parlato  il capo della Procura di Palermo De Lucia, dopo l’arresto di Messina Denaro. “Tutto fa prevedere che la mafia continuerà ad avere le mani su traffici tradizionali come la droga e il racket. Ma sarà decisa a creare un sistema più simile a un’azienda che a una cosca con i boss nelle vesti di manager”.

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Alfio Musarra

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