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Migranti: Meloni e Ursula von der Leyen a Lampedusa

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La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen sono in arrivo a Lampedusa stamani per visitare insieme l’isola di nuovo sotto pressione per la mole di sbarchi di migranti in fuga dalle coste africane, accentuata all’indomani della devastante e tragica tempesta che ha travolto la Libia. Palazzo Chigi ha reso noto nella tarda serata di ieri che le due presidenti italiana e Ue, al termine del sopralluogo insieme dove saranno accompagnate anche dal presidente della Regione Sicilia Renato Schifani, terranno dichiarazioni congiunte presso l’aereoporto dell’isola.

Un centro per il rimpatrio per ogni regione, velocizzazione del riconoscimento dei minori ed estensione del trattenimento fino a 18 mesi, il massimo consentito dall’Unione Europea. Il “cambio di paradigma” annunciato ieri sera dalla premier Giorgia Meloni passa per questi punti strategici che rappresenteranno l’ossatura dell’ennesimo pacchetto sicurezza che il governo si appresta a varare nel consiglio dei ministri di lunedì, e che probabilmente sarà inserito come emendamento al decreto Caivano sulla violenza giovanile.

I centri, comunque, saranno realizzati in aree con una bassa densità di popolazione. Come in Sardegna, dove a Macomer partiranno a breve i lavori nell’ex carcere in provincia di Nuoro che ospita il Centro: nel nuovo braccio ristrutturato ci saranno 32 nuovi posti, che si aggiungono ai 50 già occupati. La prossima settimana ci sarà un sopralluogo dei tecnici della ditta incaricata dei lavori, insieme a quelli di Invitalia, che gestisce la procedura di gara per conto del ministero dell’Interno.

Altro discorso è quello che riguarda gli hotspot nelle zone di frontiera, in particolare in Calabria e Sicilia, per velocizzare le pratiche di accesso nel Paese. Qui potrebbero essere realizzate anche delle speciali aree di trattenimento. Proprio su questo aspetto il governo è intenzionato a spingere sull’acceleratore in modo da vagliare le richieste nel più breve tempo possibile. L’obiettivo è quello di ‘smaltire’ le pratiche entro una settimana dall’arrivo in Italia del migrante per poi procedere alla concessione dello status di rifugiato o, al contrario, al rimpatrio nel Paese di provenienza.

Nuove norme, che hanno come obiettivo di contenere l’accesso illegale in Italia e allo stesso tempo aumentare il numero di rimpatri, che nei primi sette mesi di quest’anno sono stati poco più di 2.500. Per questo sono al lavoro numerosi ministeri, dalla Difesa al Viminale passando per la Giustizia, per un lavoro coordinato dal sottosegretario a palazzo Chigi Alfredo Mantonavo che possa portare quanto prima all’applicazione delle nuove misure, passando direttamente da un emendamento al decreto Caivano, invece di creare uno ex novo. É un’ipotesi definita “concreta” da fonti di governo. Il decreto con “misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale” è stato presentato ieri in Senato, da dove partirà l’esame parlamentare.

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