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“Regione europea della Gastronomia 2025”

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la Sicilia è sempre più protagonista a tavola. Ecco perché

Con la prestigiosa nomina di “Regione Europea della Gastronomia 2025”, il cui riconoscimento sarà formalmente ufficializzato il prossimo 15 dicembre, presso i locali del Centro di Incremento Ippico di Catania, la Sicilia si conferma terra di sapori unici e di grande tradizione culinaria. È la prima regione d’Italia a raggiungere l’ambito traguardo, che certifica quanto affascinante sia il nostro territorio, ricco di storia, cultura e natura diversificata, che esprime il suo potenziale anche a tavola. Un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale. Con i suoi oltre mille chilometri di costa, la Sicilia è l’isola più grande e varia del Mediterraneo. La sua posizione strategica l’ha resa testimone e protagonista di molteplici vicende storiche, che hanno lasciato tracce tangibili nel suo patrimonio culturale e nelle sue tradizioni. È un’Isola con una propria identità, spesso sfaccettata e contrastante, frutto dell’influenza di popoli e civiltà differenti. Tale peculiarità si traduce in una gastronomia unica e raffinata, che si basa su prodotti genuini e locali, derivati da una ricca biodiversità vegetale e animale.

Al suo interno sono attivi 4 vulcani, 7 aree marine protette, 5 parchi naturali che si estendono per oltre 84 mila ettari in tutta l’isola. E ancora 74 riserve naturali e 30 zone di protezione speciale. Con i suoi 15 parchi archeologici la Sicilia testimonia l’impatto storico delle diverse civiltà che nei secoli si sono avvicendate. Sono inoltre presenti 14 isole minori che compongono gli arcipelaghi delle Eolie, Egadi, Pelagie, Ustica, Pantelleria e altre piccole isole. I principali arcipelaghi sono costituiti da isole di origine vulcanica che rendono unico il loro “terroir”, che si traduce in prodotti della terra e del mare che si distinguono per sentori di zolfo e una spiccata salinità.

L’agricoltura siciliana rappresenta circa il 10% dell’intero Sistema agricolo italiano e raggiunge quasi il 20% se si considera l’intero comparto agroindustriale. Con i suoi 427mila ettari è la regione italiana con la maggior quantità di suolo lavorato in biologico e la prima per numero di addetti del settore. L’altissima qualità delle produzioni è provata dal fatto che in Sicilia sono registrati 36 DOP e IGP, 31 vini DOC e DOGC e 59 prodotti a marchio QS Qualità Sicura Garantita per grano e prodotti zootecnici (latte, carne).

La Sicilia vanta una grande tradizione per quanto concerne la produzione di frutta. L’uva da tavola svolge un ruolo da protagonista, con due varietà certificate (l’uva Canicattì IGP e Mazzarone IGP). Anche in bottiglia la Sicilia è protagonista, raccontando la varietà del suo territorio vitivinicolo. Con quasi 98 mila ettari, il vigneto siciliano è il più grande d’Italia. Inoltre la Sicilia è la prima regione in Italia per superficie vitata in biologico. La zona di produzione della “DOC Sicilia” comprende l’intero territorio amministrativo della regione Sicilia, le cui denominazioni di origine protetta dei vini siciliani sono 24. Le IGT/IGP sono invece 7.

Menzione particolare meritano gli agrumi siciliani, che all’interno dell’agricoltura nostrana sono parte fondamentale, con oltre 88 mila ettari, di cui 58 mila adibiti ad aranceti, 21 mila a limoneti e 5 mila a mandarineti. Nell’ambito dei prodotti certificati, quelli più rilevanti in tale settore sono l’arancia rossa di Sicilia IGP e Ribera Dop, il limone di Siracusa IGP, il limone dell’Etna IGP e il Limone interdonato di Messina IGP.  Infine i mandarini, le cui varietà più note sono i Cleopatra, l’Avana e il Tardivo di Ciaculli.

La Sicilia è anche l’Isola degli ulivi, un elemento altamente distintivo della vegetazione mediterranea naturale. La produzione media di olio siciliano è di circa 34 milioni di chili. Il valore aggiunto dell’oro verde per l’economia siciliana coinvolge ogni autunno 106 mila produttori e circa 20 milioni di piante su oltre 158 mila ettari di superficie che rappresentano il 13,85% del patrimonio olivicolo nazionale, collocando la Sicilia al terzo posto tra le regioni italiane più produttive, appena dopo Puglia e Calabria.

Degna di nota, con 8,2 mila ettari e una produzione complessiva di oltre 147 mila tonnellate nel 2020 è la coltivazione del fico d’India. Ha due varietà certificate: il Fico D’India dell’Etna Dop e quello di San Cono Dop. Altre produzioni di valore, sia in termini quantitativi che di varietà sono quelle delle nespole e delle pesche.

Anche la frutta secca gode di notevole prestigio, come le mandorle e il pistacchio di Bronte, noto per le sue proprietà gustative.

La Sicilia vanta anche un’ampia produzione di ortaggi: pomodori, carciofi, cipolle, cavoli, patate, zucchine e carote. In questa categoria spiccano due prodotti certificati: il Pomodoro di Pachino e la Carota novella di Ispica IGP.

Di grande importanza è la varietà e la produzione dei formaggi siciliani, molti dei quali definiti “storici”. La biodiversità casearia siciliana registra numerose tipologie di formaggi, prevalentemente ovini, ma anche caprini e bovini. Le produzioni certificate comprendono 5 formaggi a Denominazione di Origine: il Pecorino siciliano DOP, il Ragusano DOP, il Piacentinu Ennese DOP, la Vastedda della valle del Belice DOP, la Provola dei Nebrodi DOP.

Storicamente, sin dai tempi dell’Impero romano, la Sicilia è stata considerata il granaio d’Italia. D’altronde, la coltivazione del grano occupa gran parte della superficie dell’Isola: il grano duro copre una superficie di 264 mila ettari, mentre il grano tenero copre 110 ettari.

Anche il mare ha un ruolo fondamentale per la costruzione dell’identità gastronomica siciliana. La pesca e l’industria ittica costituiscono uno dei più importanti settori produttivi in continua e costante crescita anche nell’ambito delle iniziative di promozione enogastronomica. Il comparto rappresenta tuttora uno dei settori trainanti dell’economia della Regione. Ogni anno rappresenta circa un quarto delle catture italiane e un terzo dei ricavi complessivi del settore. Inoltre, la Sicilia ha la flotta più grande tra le regioni italiane, sia in termini di unità che di stazza. La Sicilia vanta il maggior numero di imprese di conservazione del pesce in Italia (32%) e posti di lavoro in questo settore (27%). L’acquacoltura rappresenta circa il 20% della produzione totale italiana ed è costituita quasi esclusivamente dalla produzione di spigole e orate.

Le acque dello Stretto di Messina sono note per la pesca del pesce spada, ma anche per sardine, acciughe e sgombri, ovvero il tipico pesce azzurro del Mar Mediterraneo. Menzione particolare per storia (con l’ex stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana e Formica) e tradizione merita il tonno rosso siciliano. Introdotta dagli arabi intorno all’anno 1000, la pesca del tonno si è tramandata nei secoli, fino ai giorni nostri. Uno dei beni ittici più rinomati e iconici della Sicilia è anche il gambero rosso di Mazara del Vallo, che da scarto delle battute di pesca è diventato un frutto di mare tra i più apprezzati e ricercati.

La Sicilia gode anche di una straordinaria tradizione di Street Food. Il cibo di strada che nasce povero, adesso è tra i più ricercati anche in chiave gourmet. Ricco di varietà e di proposte, lo street food siciliano (e in particolare quello di Palermo) è stato collocato dal network americano Virtual Tourist, al 5° posto tra i migliori produttori di “street food” al mondo. Pane panelle e crocchè (cazzilli), arancine, carduna, cacuocciuli e vruocculi (cardi, carciofi e broccoli fritti nel burro), milinciani fritte (melanzane fritte), pesce cicireddu (pesciolini fritti), sfinciuni (un tipo di pizza), pane ca meusa, pane cunzatu e stigghiola, sono alla base di un variegato ventaglio di sapori e odori che affondano le loro radici nell’incontro di diverse culture.

Anche la tradizione pasticcera siciliana gode di notevole prestigio all’interno del panorama gastronomico, non solo nostrano: il cioccolato di Modica, con la sua secolare lavorazione che affonda le sue radici nel XVIII secolo, grazie ai segreti di artigiani cioccolatieri che amalgamavano il cacao con lo zucchero e le spezie; il cannolo e la cassata siciliana sono alcuni dei prodotti dolciari più apprezzati e iconici della nostra terra; proprio la cassata, con la sua base di ricotta, pan di spagna e glassa di zucchero è l’emblema del sincretismo culturale siciliano. Con le sue origini arabe, continua ad essere uno dei baluardi gastronomici della sicilianità nel mondo.

Questo panorama articolato di prodotti di qualità, uniti a storia, territorio, archeologia, tradizioni, ha dato vita al ricco e articolato patrimonio gastronomico che oggi consegna alla Sicilia la nomina di Regione europea della gastronomia 2025. Un traguardo autorevole, che celebra l’eredità culinaria dell’antica Trinacria, offrendo un viaggio gastronomico unico, fatto di autenticità, passione e sapori indimenticabili. Il piano strategico per il 2025 è volto a promuovere il brand Sicilia nel mondo, utilizzando come attrattore l’enogastronomia, la cui valorizzazione è determinante anche in chiave di un turismo sempre più sostenibile. Se il cibo ha una forte valenza economica, sociale e culturale, la Sicilia ha molto da raccontare.

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