domenica 30 Giugno 2024
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Siccità in Sicilia: necessario difendere le aziende agricole

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Urge piano di ripristino degli impianti per garantire rifornimento idrico

In relazione al crollo dei raccolti nel settore dell’agricoltura in Sicilia, causa siccità e ai fondi che saranno destinati al settore, il governo deve garantire la massima trasparenza. Un settore che deve essere sostenuto e al centro degli investimenti strategici della Regione che deve tenere conto delle aree più colpite dal fenomeno. Non possiamo permetterci di perdere le nostre aziende agricole e di disperdere risorse che potrebbero essere efficaci, Dichiara Gabriella Caramanica, Segretario Nazionale del partito politico Rivoluzione Ecologista animalista- R.E.A.

Da anni ormai, la siccità in Sicilia e in altre regioni italiane è diventata una calamità naturale alla quale ci saremmo dovuti preparare prima e che oggi richiede un’accelerata.

Sul tavolo ci sono ben 35 milioni di euro promessi dal Ministro Francesco Lollobrigida al settore dell’agricoltura in Sicilia. Dei quali 15 milioni del Fondo di solidarietà nazionale per indennizzare le imprese in conseguenza dei danni subiti a causa di fenomeni siccitosi e altri 20 milioni proveniente dal Decreto agricoltura, in relazione al deficit idrico della Regione Siciliana, per sostenere i primi interventi sul territorio.

Lavoriamo al ripristino e manutenzione degli impianti per veicolare le acque piovane ed evitare dispersione che in alcuni casi è del 100% affinché si possa garantire il rifornimento idrico che può contare su 26 grandi dighe, controllate dalla Regione. Dieci dighe sarebbero in attesa di collaudo, tre fuori esercizio e 5 con limitazioni per ragioni di sicurezza. In base alle stime, solo il sistema di queste dighe coprirebbe il fabbisogno dell’isola. Cosa stiamo aspettando? Commenta Caramanica. A questo si aggiunge l’opportunità di realizzare impianti di desalinizzazione. In tutto il mondo, in aree dove scarseggia l’acqua sono stati creati sistemi di irrigazione validi con questo tipo di tecnologie.

Dobbiamo evitare di far crollare il tessuto produttivo dell’isola. Considerando le problematiche ormai note della regione e la nuova legge sull’Autonomia differenziata, dobbiamo capire come saranno gestiti questi fondi e quali saranno i criteri per distribuire le risorse e a quali aziende, aumentando anche i controlli. E’ imprescindibile in tal senso il ruolo dello Stato che deve garantire uno sviluppo omogeneo. Il Governo di concerto con la Regione Siciliana deve avviare un tavolo o una commissione per assicurare un piano di destinazione delle risorse e ripristino degli impianti associato ad impianti innovativi, altrimenti rischiamo ancora una volta di fare un buco nell’acqua. Conclude il Segretario nazionale.

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