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Siracusa: “Noi abbiamo le armi, caro mio. Ci vogliono i morti…”

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“Noi abbiamo le armi, caro mio. Ci vogliono i morti… lo vuoi capire o no? Ci vuole la guerra. Per prendere il paese ci vogliono i morti, perche’ il mercato e’ libero. Appena che… bum bum. Punirne uno per educarne cento”.

Cosi’ parlava uno degli indagati intercettati, tra i destinatari delle misure cautelari emessi dalla Dda di Catania ed eseguiti dalla polizia a Siracusa, contro il gruppo Borgata, costola della cosca mafiosa Bottaro-Attanasio. La disponibilita’ di armi e degli immobili dove nasconderle permetteva al gruppo criminale di accrescere la propria forza intimidatrice e riaffermare la propria egemonia sul territorio.

Nel corso dell’operazione sono state eseguite anche delle perquisizioni al termine delle quali sono state arrestate altre due persone considerate “vicine” al clan: dovranno rispondere di detenzione di armi e droga. Il clan Borgata, operante a Siracusa, è ritenuto dagli investigatori un “satellite” dei Bottaro-Attanasio. Le attività principali erano il traffico di droga e la gestione delle bische clandestine.

Il gruppo mafioso si occupava anche dell’assistenza alle famiglie dei detenuti, pagava gli stipendi agli affiliati e cooptava anche i componenti dei clan di schieramenti opposti nelle proprie file. La Dda di Catania parla di una “evidente escalation criminale” da parte del gruppo mafioso della Borgata che all’occorrenza utilizzava anche le armi. L’indagine ha fatto luce anche su una spedizione punitiva contro un uomo di Siracusa, avvenuta il mese scorso, dopo una lite tra questo e uno dei componenti del clan a causa di un debito pregresso: una abitazione in centro città fu presa di mira con numerosi colpi d’arma da fuoco indirizzati verso una finestra con luce accesa.

Gli investigatori hanno ricostruito la dinamica dell’intimidazione identificando i quattro coinvolti, tutti appartenenti al clan Borgata. Le perquisizioni effettuate nell’ambito del blitz, inoltre, hanno portato alla scoperta di pistole, droga e munizioni: il bilancio complessivo è di sei pistole, sei chili di hashish, varie munizioni e giubbotti antiproiettile.

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Redazione

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