Vincenzo e Antonino Luppino si sono presi ‘cura’ di Matteo Messina Denaro, anche in occasione del ricovero nella clinica La Maddalena, a Palermo, nel maggio 2021. È quanto emerge dall’ordinanza del gip del tribunale di Palermo che oggi ha disposto l’arresto dei figli dell’autista dell’ex primula rossa della mafia, Antonino e Vincenzo Luppino, figli dell’uomo ritenuto dagli investigatori l’autista di Messina Denaro.
Vincenzo Luppino, in occasione dell’intervento chirurgico del 4 maggio 2021 era alla clinica maddalena di Palermo “per provvedere a eventuali bisogni del latitante”. Antonino Luppino, il giorno delle dimissioni, aveva scortato Messina Denaro nel covo di Campobello. Così come ricostruito, Messina Denaro, “sotto le mentite spoglie di Andrea Bonafede”, era stato ricoverato, nella clinica La Maddalena, per sottoporsi a un delicato intervento chirurgico legato al cancro che lo aveva colpito.
Utilizzando un furgone bianco, di proprietà di Vincenzo Luppino, il padre Giovanni Luppino faceva da staffetta a Matteo Messina Denaro che guidava la ‘sua’ Giulietta: nel pomeriggio del 29 dicembre 2022 – secondo quanto emerge dall’ordinanza del gip del tribunale di Palermo che oggi ha disposto l’arresto dei figli dell’autista dell’ex primula rossa della mafia, Antonino e Vincenzo Luppino, figli dell’uomo ritenuto dagli investigatori l’autista di Messina Denaro – l’ex boss di cosa nostra era passato, in auto, sotto casa di Franca Alagna, la madre di Lorenza Messina Denaro, e delle sorelle Bice e Giovanna Messina Denaro.
In quella circostanza, Giovanni Luppino aveva utilizzato il furgone “per assicurare una sorta di ‘staffetta’ al latitante che doveva transitare in luoghi notoriamente oggetto di eccezionali controlli delle forze dell’ordine”. Gli spostamenti di quel pomeriggio sono tutti documentati e registrati dalle telecamere installate a Castelvetrano nelle vicinanze delle abitazioni dei familiari del latitante.
Matteo Messina Denaro versava periodicamente all’imprenditore Giovanni Luppino, arrestato insieme al boss a gennaio del 2023. Emerge dall’inchiesta dei carabinieri del Ros. I Luppino nel loro paese, Campobello di Mazara, hanno il soprannome di Mustusi (il nonno produceva vino e mosto) e il capomafia, negli appunti in cui annotava le spese, scrive Mustang, nome in codice, secondo gli inquirenti, usato in assonanza col soprannome, proprio per indicare la famiglia. Nei diari Messina Denaro segna i soldi spesi per i fiori acquistati dopo la morte della moglie di Giovanni Luppino e per diverse cene e pranzi fatti in occasioni di compleanni dei figli coi quali evidentemente faceva abitualmente vita sociale.