Volemose bene. Tutti. In queste ore è bipartisan l’appello all’unità, ovviamente ciascuno per la propria area di riferimento, in vista delle elezioni comunali che si celebreranno in Sicilia a fine maggio in città importanti come Ragusa, Siracusa, Trapani e soprattutto Catania.
Nel capoluogo etneo, la più grande comunità italiana chiamata al rinnovo di amministrazione e consiglio comunale in questa tornata elettorale, le coalizioni sembrano essersi impantanate in un palude di veti e ripicche. Ieri su La Sicilia, l’ex viceministro ai Trasporti, Giancarlo Cancelleri si è abbandonato ad un accorato invito al rassemblement: “Non è vero – dice – che col centrodestra unito non c’è partita. Tutto dipende dalla proposta alternativa che si lancia alla città: facciamo tutti un passo indietro, e mi riferisco ai tanti candidati, civici ed espressione delle forze politiche, che in queste settimane si sono fatti avanti. Azzeriamo tutto e mettiamoci tutti assieme. Un’unione a trazione civica, con dentro i partiti nazionali, ma soprattutto le energie fresche della città”.
L’esponente grillino, nisseno d’origine ma con voglia di vivere a Catania, ammette che il primo passo lo farà proprio anche perché Giuseppe Conte “non darà mai deroghe al terzo mandato”, così si abbandona ad un corteggiamento che va da Lanfranco Zappalà a Cateno De Luca, passando per il Pd e ovviamente per il M5S, fino a Enzo Bianco. E qui, quasi, si lascia andare: «Bianco ha tutte le caratteristiche di notorietà, credibilità e competenza per rispondere a questo identikit. Ma se oggi dicessi di candidare lui – frena bruscamente – mi contraddirei. Il senso della mia proposta è di fermarci tutti. Facciamo un passo indietro e poi ripartiamo.
E’ di poche ore fa, invece, l’invito di un uomo forte della Lega in Sicilia, il presidente della Commissione Difesa della Camera, Nino Minardo: “Il centrodestra siciliano – scrive sui social – ha due modi di affrontare le prossime elezioni amministrative: o facendosi risucchiare nella girandola dei nomi e dei veti oppure proponendo ai siciliani che vivono a Ragusa, Catania, Siracusa, Trapani, Modica e nelle altre città chiamate al voto progetti amministrativi concreti e candidati di alto livello”.
L’esponente salviniano sembra parlare proprio al suo partito che pare abbia issato le barricate su alcuni nomi proposti da Fratelli d’Italia (in primis l’ex assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza) rivendicando per sé la candidatura a sindaco di Catania della deputata Valeria Sudano che prudentemente si è limitata ha offrire agli alleati la propria ‘messa a disposizione’. Nella Lega è in atto, da Nord a Sud, un pressing sugli altri partiti per confermare i sindaci uscenti (come di solito avviene) ed estendere ulteriormente il proprio raggio d’azione avanzando richieste prevalentemente per Catania, Siracusa e Brescia dove ha già ha fatto scendere in campo Fabio Rolfi.
Per Minardo il centrodestra ha “l’opportunità storica di poter dare risposte ai territori grazie ad un governo nazionale e regionale di centrodestra. E’ nostro dovere – conclude – non sprecare questa congiuntura anteponendo l’interesse delle città, l’unità della coalizione e l’allargamento al civismo ai piccoli interessi del proprio orticello”.
Per ora, da queste parti, sembra ancora tutto fermo, ma l’uscita del deputato ibleo potrebbe innescare contraccolpi rilevanti. Avanti con la prossima mossa.