Centrodestra in affanno sulla Finanziaria: ricerca di stabilità tra veti e dissensi interni

Dopo il caos dell’antivigilia di Natale, il centrodestra torna oggi in Aula con l’obiettivo di superare le divisioni interne e approvare l’articolo 11 della legge finanziaria. La norma prevede lo stanziamento di 2 milioni di euro all’assessorato alla Famiglia per il supporto di attività associative, 3,5 milioni al Turismo per l’organizzazione di quattro grandi eventi, e ulteriori 2 milioni all’Istruzione per l’acquisto di scuolabus. Tuttavia, il primo comma, fortemente voluto dall’assessora Nuccia Albano della Democrazia Cristiana, è stato il punto di rottura, bocciato dai voti segreti che hanno messo in evidenza le fratture all’interno della maggioranza.

La sconfitta sull’articolo 11 ha scatenato una vera e propria caccia ai responsabili. «Facendo un’analisi – riflette un dirigente del centrodestra – è evidente che i voti contrari non arrivano dagli uomini di Cuffaro né da Fratelli d’Italia, che hanno interesse nell’approvazione del testo». I sospetti si concentrano quindi su alcuni deputati di Forza Italia e della Lega, il cui malcontento potrebbe essere un segnale di dissenso nei confronti delle decisioni del governo.

All’interno di Forza Italia, in particolare, emergono tensioni legate all’autonomia dell’assessore all’Economia Alessandro Dagnino e alla gestione dell’assessorato alla Salute. Per la Lega, invece, il tema potrebbe essere legato al bilancio dell’assessorato all’Istruzione, guidato dal leghista Mimmo Turano, che beneficia di parte dei fondi stanziati dall’articolo 11. Questi dissensi riflettono malumori più ampi all’interno della maggioranza, che critica il maxiemendamento governativo, considerato una finanziaria parallela sottratta al controllo delle Commissioni legislative e quindi alla discussione democratica.

La situazione è ulteriormente complicata dal voto segreto che rende difficile individuare i franchi tiratori. «Sono stati almeno 12», afferma un deputato, lasciando intendere che persino qualcuno dell’opposizione potrebbe aver sostenuto il governo. La frammentazione e la perdita di coesione tra i partiti della maggioranza hanno trasformato Sala d’Ercole in un campo minato.

Oggi si ripartirà dall’articolo della discordia, cercando di appianare i contrasti interni. Superato questo passaggio, l’Aula si concentrerà sulle riserve destinate ai Comuni e infine sul maxiemendamento governativo. Quest’ultimo potrebbe essere presentato in una versione ridotta per garantire l’approvazione della finanziaria ed evitare il ricorso all’esercizio provvisorio. Il resto delle misure verrebbe rinviato a un collegato da discutere nei prossimi mesi, periodo in cui i temi caldi – come le nomine, la rete ospedaliera e le Province – potrebbero riaccendere le tensioni.

Il centrodestra è dunque chiamato a una prova di forza non solo per approvare la manovra ma anche per ricucire le spaccature interne che rischiano di mettere in discussione la stabilità del governo regionale.