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Nuova alleanza politica scuote il centrodestra siciliano mentre continua l’emergenza idrica

Una nuova e sorprendente alleanza tra Raffaele Lombardo, Gianfranco Miccichè e Roberto Lagalla sta rimescolando le carte nella politica siciliana. Mentre l’Assemblea Regionale Siciliana (Ars) discute il contestato ddl Enti locali, le tensioni all’interno del centrodestra crescono. Fonti interne parlano di “una questione rilevante con coperture nazionali”, sollevando timori sulle possibili ripercussioni di questa alleanza, proprio a ridosso della convention di Forza Italia, programmata per il 26 e 27 ottobre a Santa Flavia.

Raffaele Lombardo, ex presidente della Regione Siciliana, ha confermato l’intesa politica con Lagalla e Miccichè, respingendo le speculazioni mediatiche: “Abbiamo stretto un’alleanza politica e programmatica con Roberto Lagalla, sindaco di Palermo, e Gianfranco Miccichè, leader storico di Forza Italia in Sicilia. Si parla di schieramenti opposti, ma preferisco lasciare ai fatti il compito di smentire queste voci”. Lombardo ha difeso il ruolo del Movimento per l’Autonomia (Mpa) nella maggioranza, ricordando l’appoggio leale offerto al governo regionale, sia in Assemblea che in giunta, e ha chiesto un dialogo più strutturato con l’esecutivo su questioni strategiche, come la crisi idrica, il trasporto pubblico e la gestione sanitaria.

Nel frattempo, secondo alcune voci di corridoio, si registrano già movimenti tra i principali esponenti politici. Tra coloro che guarderebbero con interesse al nuovo progetto ci sarebbe il presidente della Commissione Difesa alla Camera, Nino Minardo, i cui rapporti con l’ala maggioritaria guidata da Luca Sammartino non sono dei migliori. Anche la capogruppo all’Ars, Marianna Caronia, corteggiata dagli autonomisti da mesi, sembra essere coinvolta. Si parla inoltre di una possibile estromissione dell’assessore all’Istruzione, Mimmo Turano, dalla giunta regionale, che potrebbe spingerlo verso un avvicinamento al movimento autonomista.

In questo clima di incertezza, Nino Minardo, ha dichiarato la sua estraneità a qualsiasi conflitto interno al centrodestra siciliano. Pur apprezzando il dialogo con Lombardo. Minardo ha ribadito la sua lealtà politica alla Lega e al progetto di rafforzare i rapporti tra il partito e le realtà autonomiste siciliane, sotto la guida di Matteo Salvini.

Della stessa linea Mimmo Turano: “Mi dispiace deludere chi specula su queste ipotesi, ma continuo a lavorare serenamente come assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, e rimango pienamente impegnato nel mio partito, la Lega, con senso di responsabilità.” “Riconosco la validità del progetto portato avanti dai Presidenti Lombardo e Miccichè, ma non è in linea con il mio percorso politico.”

Nel frattempo, il presidente della Regione, Renato Schifani, osserva attentamente i movimenti interni al centrodestra, consapevole delle possibili conseguenze di una bocciatura della norma sulla parità di genere nelle giunte. Le dinamiche interne all’Ars, caratterizzate da veti incrociati, rendono difficile il passaggio delle nuove proposte normative, con un’attività parlamentare ormai paralizzata.

Parallelamente a queste vicende politiche, l’emergenza idrica continua a occupare il dibattito. In risposta alle dichiarazioni del ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, durante il question time alla Camera dei deputati, Palazzo d’Orleans ha chiarito che la Regione Siciliana ha già avviato la seconda fase del piano per affrontare la crisi idrica. Il Commissario delegato all’emergenza ha presentato al Dipartimento nazionale della Protezione civile una proposta di intervento che include oltre 130 progetti, sviluppati sulla base delle esigenze delle ATI, dei gestori idrici e dei Comuni. Sono stati previsti anche oltre 200 interventi per la riparazione delle infrastrutture idriche e per l’acquisto di autobotti, con un finanziamento di 8 milioni di euro destinato ai Comuni siciliani.

Il piano è ora in fase di discussione con la Protezione civile nazionale, e si stanno valutando le osservazioni giunte dalle autorità competenti, dai Comuni e dai gestori. Dopo numerosi incontri con le ATI, l’ultimo dei quali si è tenuto ieri, il piano è pronto per essere inviato a Roma, con l’obiettivo di garantire una risposta tempestiva ed efficace alla crisi. Le cause della crisi non sono solo da attribuire alla siccità, ma anche a decenni di carenze nella manutenzione delle infrastrutture. Il governo regionale ha avviato interventi concreti, stanziando 20 milioni di euro dal Consiglio dei ministri e ulteriori fondi dal bilancio regionale, ma rimangono necessarie ulteriori risorse per completare gli interventi pianificati.

Nello Musumeci, parlando alla Camera, ha sottolineato come la crisi idrica sia il risultato di una mancanza di programmazione pluridecennale, citando come esempio l’istituzione tardiva dell’Autorità di bacino del distretto idrografico siciliano, avvenuta solo nel 2018.

A livello politico, Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva, ha criticato l’operato del governo regionale, sostenendo che l’emergenza è attuale e necessita di interventi immediati. Faraone ha evidenziato che molti cittadini siciliani sono senza acqua da mesi e vivono con turnazioni di 6-8 giorni per l’accesso all’acqua, mentre l’economia agricola subisce un impatto devastante, con una riduzione significativa della produzione di arance e olive nelle province di Catania e Trapani.

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Published by
Alfio Musarra