L’idea di un nuovo partito di centro sta prendendo sempre più forma, unendo diverse anime politiche, in particolare i cattolici impegnati e i moderati che vedono in questo progetto la possibilità di raccogliere l’eredità della Democrazia Cristiana e occupare uno spazio politico in crescita. Tuttavia, nome e simbolo del nuovo soggetto politico restano ancora da definire.

La Sicilia si conferma come la culla di questa rinascita centrista, pur con ambizioni che vanno oltre i confini regionali. Dopo le elezioni europee, i leader centristi siciliani hanno iniziato a valutare la possibilità di una “casa comune” per raccogliere consensi e costruire un nuovo soggetto politico.  Mentre Forza Italia ha intrapreso una strada autonoma, Raffaele Lombardo per ora mantiene una posizione indipendente, le grandi manovre al centro vedono protagonisti Totò Cuffaro, leader della Nuova Dc, e Saverio Romano, coordinatore di Noi Moderati.

La formazione di Maurizio Lupi, Noi Moderati, non ha nascosto il proprio malcontento nei confronti di Forza Italia, accusata di non aver rispettato gli accordi federativi siglati alle Europee. Questo malcontento si riflette non solo a livello nazionale, ma anche in situazioni locali, soprattutto nel Sud Italia, e in particolare in Sicilia. Qui, nonostante il contributo significativo di preferenze alla lista per le Europee, il partito di Romano non ha ottenuto alcun riconoscimento da parte del governatore Renato Schifani. Questo ha spinto Noi Moderati a proseguire per la propria strada, mantenendo però l’alleanza con la coalizione di centrodestra, ma in competizione con Forza Italia per lo spazio politico al centro.

Alla comitiva centrista si è unito anche Gianfranco Rotondi, deputato di Fratelli d’Italia, che ha superato le rivalità con Cuffaro sull’eredità democristiana. Presto potrebbe unirsi anche l’Udc di Lorenzo Cesa, l’unico autorizzato a utilizzare lo scudocrociato della Dc. L’Udc deciderà il suo coinvolgimento in un incontro ad Assisi, dove è previsto l’intervento di Ettore Rosato, ex renziano e attuale numero due di Carlo Calenda in Azione. Cesa guarda con interesse al nuovo soggetto politico, ma aspira a creare un’entità autonoma dal centrodestra, capace di attrarre anche quei membri del Pd che non si riconoscono nello spostamento a sinistra voluto da Elly Schlein.

Cuffaro sembra entusiasta all’idea di dare un respiro nazionale al suo ritorno in politica e non farà questioni sul nome del nuovo partito. La Festa dell’Amicizia di ottobre, la kermesse democristiana, sarà l’occasione per tirare le somme. L’evento, che si terrà dal 18 al 20 ottobre, potrebbe diventare un appuntamento stabile a Ribera, città del capogruppo all’Ars Carmelo Pace, anche se c’è chi propone una manifestazione itinerante.

Divergenze esistono anche sul nome del nuovo partito: Cuffaro vorrebbe riproporre il nome della Democrazia Cristiana, ma Lupi preferirebbe un nome più moderno. Tuttavia, queste differenze sembrano superabili, soprattutto tra coloro che si rifanno a una cultura politica che ha sempre privilegiato il dialogo e la trattativa.

Nino Minardo, deputato nazionale e protagonista del patto Udc-Lega, è intervenuto sul dibattito in corso, sottolineando che “c’è spazio al centro” e che “le prossime elezioni si vinceranno solo se si avrà la capacità di attrarre gli elettori moderati”. Secondo Minardo, il vero tema non è rifare la Dc, ma creare qualcosa di nuovo, ispirato al modello di Sturzo e del Partito Popolare, capace di rispondere con idee innovative alle esigenze della società attuale e di proporre una nuova classe dirigente con esperienza nel governo dei territori.