PD in Sicilia, nuove tensioni sul congresso
Nel Partito Democratico siciliano lo scontro interno si fa sempre più acceso. Con un nuovo atto formale di accusa contro il segretario regionale Anthony Barbagallo, la spaccatura tra le diverse anime del partito sembra ormai insanabile. Sullo sfondo, cresce il malcontento nei circoli per i mancati versamenti delle quote da parte di alcuni deputati regionali, ulteriore segnale di una crisi profonda.
Il cuore della disputa riguarda le modalità di elezione del nuovo segretario regionale. L’area Bonaccini, rappresentata da figure come l’eurodeputato Giuseppe Lupo, il capogruppo all’Ars Michele Catanzaro e Antonio Rubino, insiste sulla necessità di primarie aperte a tutti gli elettori del PD siciliano. Dall’altra parte, la segreteria di Barbagallo sostiene l’importanza di un voto riservato ai circoli e alla base militante, per valorizzarne il ruolo.
La convocazione dell’assemblea del partito per sabato 11 gennaio, finalizzata all’approvazione del nuovo statuto, ha ulteriormente acuito le tensioni. Barbagallo dichiara di agire in linea con le indicazioni del Nazareno, avvalorate dalla presenza degli emissari di Elly Schlein, Igor Taruffi e Daniele Baruffi. Tuttavia, la convocazione è stata contestata da un gruppo di dirigenti che, in una lettera aperta, ne denunciano irregolarità procedurali.
Tra i firmatari della lettera figurano nomi come Giovanni Burtone, Pietro Bartolo, Felice Calabrò, Annamaria Furlan, Teresa Piccione, Fabio Venezia e altri. Le critiche si concentrano sulla convocazione dell’assemblea tramite social media, giudicata irregolare in assenza di un presidente dell’assemblea dopo le dimissioni di Antonio Ferrante. La lettera ribadisce anche la necessità di svolgere il congresso in presenza, per garantire il voto segreto e la correttezza delle operazioni.
Inoltre, i dirigenti contestano la bozza di statuto proposta dalla segreteria, che non prevede primarie aperte per l’elezione del segretario regionale, ritenendo questa scelta una violazione delle regole interne. Sono pronti, per questo, a rivolgersi nuovamente alla Commissione nazionale di garanzia.
La crisi del PD siciliano, definita dalla società civile come un “indecoroso spettacolo,” sembra ancora lontana dal trovare una soluzione, mentre il partito si avvia verso una fase congressuale sempre più divisiva.