“Il campo in Sicilia c’è nei fatti. Non lo vogliamo chiamare progressista, né largo? Allora chiamiamolo col suo vero nome: il campo dell’alternativa a Musumeci, al disastro del suo governo, all’arroganza, alle clientele nella sanità e alle lottizzazioni di ogni spazio di potere”. Lo dice, in un’intervista al quotidiano La Sicilia, il segretario regionale del Pd in Sicilia Anthony Barbagallo. “Il Pd è un partito serio. Noi, con le primarie in Sicilia – continua il segretario Dem – abbiamo preso un impegno”.
“E non è che si sono fatte perché una mattina il segretario Barbagallo s’è svegliato e ha deciso così. Abbiamo tenuto le direzioni regionali a porte aperte, davanti ai giornalisti. C’è stata una trasparenza mai vista. Ma c’è stato soprattutto un percorso, in questi cinque anni, di condivisione di idee e di iniziative sui banchi dell’Ars come opposizione compatta che Musumeci ha provato a silenziare”.
“La politica ha i suoi tempi, i suoi luoghi. E la sua logica: nel governo Draghi c’era anche la Lega, ma noi non ci siamo mai sognati di fare un’alleanza con Salvini alle Regionali o nei comuni. Ripeto: il campo, in Sicilia, è naturalmente composto da tutti quelli che sono alternativi al disastro Musumeci. Non si può costringere nessuno a starci, ma noi siamo per mantenerlo e anzi allargarlo, questo perimetro”.
“Il confronto e l’apertura sono auspicabili rispetto a tutti gli interlocutori affidabili, che parlano la nostra stessa lingua sui temi più importanti per la Sicilia. Tanto più che alcuni di loro, a livello nazionale e regionale, condividono un pezzo di nostra storia. Pensi a Renzi e Faraone, Calenda e Ferrandelli: sono stati tutti candidati nel Pd…”.