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Schifani ferma il rimpasto: pressing sulle partecipate e privatizzazione

Alla vigilia del cruciale incontro di maggioranza a Palazzo d’Orleans, il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, è impegnato in un delicato lavoro di mediazione all’interno del suo stesso partito, Forza Italia. Con le diverse correnti interne in forte tensione, l’ex assessore Marco Falcone big catanese, oggi eurodeputato, avrebbe avanzato la richiesta per un assessorato di peso come condizione per allentare la pressione politica. Ma questa pretesa avrebbe inasprito i rapporti tra le altre fazioni del partito, costringendo Schifani a congelare, almeno per il momento ogni discussione sul rimpasto almeno fino a novembre, periodo in cui potrebbero avvenire i primi cambiamenti in giunta.

Se il rimpasto è stato congelato, un tema prioritario è la gestione delle oltre cento società partecipate della Regione, con nomine che potrebbero rappresentare un elemento di pacificazione dopo le tensioni per gli incarichi nelle Asp e negli ospedali. Il nodo più complicato resta l’Ast (Azienda Siciliana Trasporti), al centro di uno scontro politico tra Schifani e l’Mpa di Raffaele Lombardo. Nonostante la recente nomina del commercialista Alessandro Virgara, vicino a Schifani, alla guida dell’azienda, l’Ast è afflitta da pesanti problemi economici e da un parco mezzi vetusto, che hanno costretto a ridurre drasticamente il servizio, creando una finestra di opportunità per i privati.

Nelle ultime settimane, infatti, il dipartimento regionale ai Trasporti ha autorizzato l’affidamento di 26 linee a diverse aziende private, poiché l’Ast non è più in grado di garantire il servizio. Le tratte, assegnate attraverso la formula dell’obbligo di servizio pubblico per un periodo iniziale di 30 giorni, permettono alle aziende private di incassare 1,47 euro per chilometro percorso e i ricavi dalla vendita dei biglietti.  Dalla presidenza del’Ast, fanno sapere che si tratta di una soluzione temporanea, in atetsa di un bando che miri ad affittare  nuovi mezzi al fine di riprendere le tratte cedute. L’obiettivo è noleggiare almeno 30 autobus, con una spesa di circa un milione di euro.

Nel frattempo, il bilancio regionale registra un “tesoretto” di circa 250 milioni di euro, recuperato grazie a fondi non spesi, ma l’assessorato all’Economia è già sommerso da richieste che superano i 350 milioni. Una riduzione delle spese sarà inevitabile, e la selezione delle priorità si concentrerà su interventi non rinviabili. Uno di questi è il problema del caro voli previsto per dicembre, dove si mira a supportare il ritorno a casa di studenti e lavoratori fuori sede per le festività natalizie.

Altri fondi saranno destinati agli assegni di cura per i disabili gravi e gravissimi, che nel 2024 aumenteranno sensibilmente a causa di nuove patologie e l’aggravarsi di situazioni croniche. A questo si aggiunge il debito di 80 milioni di euro che la Regione dovrà restituire a Ferrovie dello Stato per i contratti di servizio.

In tutto questo, le tensioni all’interno dell’Ars continuano a crescere, con alcuni deputati che premono per ottenere fondi per i propri territori, sottolineando le difficoltà dei sindaci nell’organizzare le celebrazioni natalizie nei Comuni.

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Redazione