Sicilia verso l’alternanza di genere nelle Giunte: accordo all’Ars
In Sicilia, si avvicina la possibilità di fissare al 40% la presenza femminile nelle giunte comunali, adeguandosi così alla normativa nazionale. L’intesa è stata raggiunta in Commissione Affari Istituzionali dell’Assemblea Regionale Siciliana (Ars), dove le forze politiche hanno trovato un accordo di massima sugli emendamenti al disegno di legge in discussione. “Tutti hanno mostrato disponibilità”, ha dichiarato il presidente della Commissione, Ignazio Abbate, riferendosi alla volontà di recepire la norma nazionale sull’alternanza di genere.
Attualmente, il testo che sarà discusso in aula prevede una quota di genere del 20%, ma l’accordo raggiunto potrebbe portare all’adozione del 40% per garantire una rappresentanza equilibrata tra uomini e donne nelle giunte. Martina Ardizzone, l’unica donna nella Commissione e deputata del Movimento 5 Stelle, ha osservato: “Non potevano fare altrimenti”.
I Dettagli Ancora da Definire
Resta da stabilire se la legge verrà applicata alle giunte in carica o se entrerà in vigore dalla prossima tornata elettorale. Tuttavia, la pressione politica e mediatica ha reso urgente un adeguamento alla norma nazionale. Il Partito Democratico, infatti, ha denunciato la situazione come una “palese violazione dei diritti costituzionali”, evidenziando il ritardo della Sicilia rispetto al resto del Paese. In una conferenza stampa, la capogruppo Chiara Braga e Roberta Mori, portavoce delle donne democratiche, hanno sottolineato l’inaccettabilità di tale ritardo.
Le Statistiche Allarmanti
Le cifre parlano chiaro: meno del 5% delle donne guida i comuni siciliani, con solo sei sindache tra i 50 comuni più popolosi della regione. Durante l’ultima tornata elettorale, su 128 comuni, solo otto donne sono state elette sindache. Complessivamente, in tutta l’isola, solo 19 comuni su 391 sono governati da donne. Le province di Enna, Caltanissetta e Siracusa non hanno neppure una sindaca. Inoltre, non esiste ancora una norma che preveda la doppia preferenza di genere né per le elezioni regionali né per quelle delle ex province.
Le Reazioni Politiche
Il presidente della Commissione Affari Istituzionali ha ricordato che anche il 20% rappresenterebbe un passo avanti rispetto alla situazione attuale, sottolineando che durante i governi precedenti, a guida PD, non erano state introdotte modifiche in tal senso. Tuttavia, il capogruppo PD Michele Catanzaro ha risposto: “Finalmente il centrodestra si è risvegliato. Ora speriamo che l’accordo sulla soglia del 40% regga alla prova dell’aula”.