Durante il convegno nazionale di Forza Italia, ospitato al Domina Zagarella di Santa Flavia, Antonio Tajani, vicepremier e segretario nazionale del partito, ha messo in risalto l’importanza della Sicilia come terra di sperimentazione per un’alleanza tra moderati in vista delle elezioni nazionali. L’incontro, che ha visto la partecipazione di diverse figure di spicco, ha confermato il ruolo cruciale della regione nel progetto politico degli azzurri, memori del successo del 23% ottenuto nelle ultime europee.
Ad accompagnare Tajani c’era il presidente della Regione, Renato Schifani, il cui atteggiamento è apparso distaccato rispetto al dialogo tra il partito e altre forze moderate, come il movimento di Roberto Lagalla, sindaco di Palermo, che ha recentemente stretto un’alleanza con Raffaele Lombardo e Gianfranco Micciché. Le parole di Tajani sono sembrate un’apertura a Lagalla, il quale ha accolto l’invito definendo i movimenti civici come interlocutori di Forza Italia a livello nazionale e europeo. Schifani, tuttavia, ha mantenuto una certa freddezza, liquidando il passaggio di Lagalla con un breve saluto.
Nell’incontro, si è discusso anche della reintroduzione del voto diretto nelle ex Province siciliane. Tajani ha ribadito il suo sostegno, in linea con la decisione presa per il Friuli Venezia Giulia, chiedendo: “Come si può dire no alla Sicilia?”. Schifani, tuttavia, ha ricordato che il governo aveva già avanzato una proposta simile, respinta dal voto segreto in Parlamento.
Un tema che ha generato grande curiosità è stato quello della ricandidatura di Schifani per il 2027, ipotesi rilanciata da Tajani e accolta con prudenza dal governatore. “Per ora, il mio impegno è per i siciliani”, ha commentato Schifani, lasciando aperta la questione.
Il convegno ha mostrato un’immagine di apparente unità all’interno del partito, con figure come il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, che ha evidenziato l’inclusività di Schifani, capace di attrarre nella squadra esponenti come Caterina Chinnici, Giancarlo Cancelleri e Gaetano Armao, un tempo avversari. Anche il deputato Marco Falcone ha invitato alla cautela: “È ancora presto per parlare di alleanze o ricandidature”.
Il convegno ha messo in evidenza la trasformazione interna di Forza Italia, con una certa distanza da figure storiche come Gianfranco Micciché e il possibile ritorno di Vito Riggio a Gesap. Forza Italia, dunque, si prepara a nuove sfide con l’obiettivo di mantenere la Sicilia come il “centro di gravità” per un patto tra moderati e laboratori di politiche innovative per il futuro.