“Leggo l’intervista dell’onorevole Miccichè sul giornale ‘L’identità’ e penso che sia stato contagiato dalla ‘Lombardite acuta’. Basterebbe leggere senza ‘il contagio’ per rendersi conto che non comando affatto”. Così dichiara Totò Cuffaro, segretario nazionale della DC, replicando alle dichiarazioni dell’onorevole Gianfranco Miccichè rilasciate su ‘L’identità’.
“Quello che conta, comunque, non è che io non comandi, ma che non voglia comandare! Io e la DC siamo amici leali del presidente della Regione, Renato Schifani, e della coalizione. La tattica della provocazione o, peggio ancora, di esercitare pressioni indebite non ci appartiene”, continua Cuffaro.
“La mia visione della politica è cambiata da tempo, strano che Miccichè e i suoi alleati non se ne siano accorti. Credo che la politica sia più di chi pensa e lavora che di chi comanda. La politica – prosegue Cuffaro – ha bisogno di una classe dirigente giovane e femminile, motivata a costruire un progetto di futuro per la nostra terra, piuttosto che di chi vede nella politica solo il potere. Ritengo che il periodo del ‘Cuffarismo’ sia finito e che io stia vivendo, per scelta e con convinzione, il tempo del ‘Cuffaresimo’”.
“Sono assolutamente convinto che potere, comando e privilegi siano insignificanti rispetto al servizio, al lavoro per un progetto e alla buona politica. Lo dico dopo aver sperimentato sulla mia pelle quanto siano effimeri i primi e validi i secondi. Mi impegnerò con tutte le mie forze per far crescere una classe dirigente giovane e femminile che sia protagonista di una politica più umana e migliore. Pazienza per chi la pensa diversamente: se ne farà e ce ne faremo una ragione”, conclude Cuffaro.