Dopo l’ingresso di Micciché, il gruppo si rafforza in attesa del riconteggio delle Regionali

Il clima politico in Sicilia si fa sempre più teso in vista del riconteggio delle schede elettorali a Messina, previsto per giovedì 12. L’esito potrebbe mettere in discussione un delicato equilibrio di potere all’interno dell’Assemblea Regionale, con ripercussioni importanti sulla maggioranza. L’ingresso di nuovi membri e le manovre dietro le quinte stanno preparando il terreno per un confronto che rischia di spostarsi presto in aula, dove ogni decisione potrebbe avere conseguenze significative sulla tenuta della coalizione.

Lo scontro politico potrebbe presto trasferirsi in aula, dove il gruppo ha recentemente acquisito forza con l’ingresso di Micciché e osserva con attenzione il riconteggio delle schede elettorali previsto in prefettura a Messina a partire da giovedì 12. Durante le ultime elezioni regionali, la lista della Lega aveva conquistato un seggio in quel collegio con uno scarto di appena trenta voti rispetto alla lista del Mpa. A distanza di quasi due anni, il riconteggio delle schede potrebbe rimettere in discussione il seggio di Pippo Laccoto, presidente della commissione Sanità e rappresentante della Lega, che potrebbe essere costretto a cedere il posto a Luigi Genovese, figlio di Francantonio Genovese.

Se il gruppo autonomista riuscisse a raggiungere i sette deputati, la gestione dell’aula e delle commissioni per la maggioranza potrebbe diventare significativamente più complessa. I sostenitori dell’ex governatore di Grammichele non nascondono le loro intenzioni: «Se Raffaele apre un fronte, lo fa in tutti i sensi». Schifani sembra aver colto il rischio. Non a caso, non si è ancora arrivati a un accordo sui nuovi vertici dell’Ast, storicamente sotto l’influenza di Lombardo, un segnale di possibile distensione nella tensione politica all’interno della maggioranza. L’assemblea che avrebbe dovuto nominare il successore di Giovanni Giammarva alla guida dell’Azienda Siciliana Trasporti è rimasta inconcludente, nonostante fosse stata convocata dalla stessa Regione.

Giammarva ha rassegnato le dimissioni la scorsa settimana, con un anno di anticipo rispetto alla scadenza del contratto, seguito dal direttore generale Mario Parlavecchio. Tra i candidati favoriti per prendere il suo posto c’è Alessandro Virgara, commercialista palermitano e consulente del tribunale, gradito all’assessore all’Economia Alessandro Dagnino e a Schifani. Tuttavia, precedenti voci di corridoio suggerivano anche l’ex deputato Totò Lentini, in quota Mpa, come possibile successore. Alla fine, la Regione non ha inviato il proprio rappresentante all’assemblea per designare la nuova dirigenza, lasciando la riunione senza esito.

Nel frattempo, da Palazzo d’Orléans, Schifani prende tempo, mentre Lombardo, da Biancavilla, valuta la sua prossima mossa. Il primo disegno di legge all’ordine del giorno potrebbe dare il via a un nuovo capitolo di scontro politico in un’aula d’Ercole pronta a diventare teatro di tensioni.