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Election day: cadono i veti su Nello Musumeci

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Adesso è la Meloni che deve decidere

“E’ importante che oggi pomeriggio il centrodestra sia tornato a discutere per trovare un accordo. Adesso dobbiamo fare in fretta per cominciare a parlare dei temi e dei programmi della campagna elettorale. Siamo gia’ in ritardo”, a dirlo Nino Minardo, leader del Carroccio in Sicilia, non si sbilancia. E conferma che la Lega durante il vertice in corso a Palermo ha fatto due nomi per la candidatura a governatore dell’Isola: il suo e quello di Alessandro Pagano.

Forza Italia avrebbe proposto una lista ampia di nomi: da Stefania Prestigiacomo all’attuale presidente dell’Ars, Gianfranco Micciche’, ma sul tavolo ci sarebbero anche i nomi dell’ex presidente del Senato Renato Schifani, di Patrizia Monterosso e di Barbara Cittadini.

Oggi pomeriggio, all’hotel delle Palme dove si è riunito il centrodestra, per la prima volta dopo mesi, cadono i veti nei confronti del governatore uscente Nello Musumeci. Il primo a farlo è stato il leader siciliano di Forza Italia Gianfranco Miccichè: “Abbiamo fatto un accordo che secondo me è molto positivo non esistono veti per nessuno, nemmeno per Musumeci”. Mercoledì ci sarà un incontro a Roma con i vertici nazionali e regionali della coalizione: il partito a cui sarà assegnato il presidente della Regione sceglierà il candidato”.

L’Mpa di Raffaele Lombardo ha una posizione chiara: “il segretario della Lega Minardo o il tecnico Massimo Russo. Nessun veto per Musumeci”. “Non ci sono pregiudiziali nei confronti di nessun candidato, nemmeno di Musumeci. Ma dobbiamo fare presto a scegliere, entro il 14 bisogna presentare sia le liste che il nome del candidato alla presidenza della Regione”. Lo sottolinea l’ex governatore regionale Totò Cuffaro.

Fratelli d’Italia non si è mossa di un solo centimetro: “I coordinatori siciliani di Fdi mi hanno anticipato che ascolteranno con attenzione eventuali proposte degli alleati, pur convinti che la soluzione ottimale sarebbe quella di confermare subito il Presidente uscente che è in testa in tutti i sondaggi” ha detto Ignazio La Russa. A fare eco, l’ex sindaco di Catania Salvo Pogliese: “Il nostro unico candidato alla presidenza della Regione siciliana è Nello Musumeci.

Adesso la palla passa direttamente a Giorgia Meloni, messa a un bivio. Sceglierà il Lazio dove Fratelli d’Italia pensa di schierare contro il candidato del Pd il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida? Oppure la Sicilia, con il governatore uscente Nello Musumeci?

Intanto nel centrosinistra si attende cosa si deciderà all’assemblea regionale del M5s, all’hotel San Paolo a Palermo. All’ordine del giorno: “se il Movimento correrà col centrosinistra in Sicilia” per la presidenza della Regione, con la candidata Caterina Chinnici. “Questa Sicilia la dobbiamo trasformare. Sarò con voi per trasmettere questo messaggio ai siciliani. Vi lascio al dibattito con la consapevolezza che nelle prossime ore e nei prossimi giorni saremo chiamati a scelte importanti, ma qualsiasi scelta faremo in Sicilia noi saremo assolutamente motivati da un assunto: dobbiamo far pesare la nostra forza politica, i nostri principi, i nostri valori, la nostra intransigenza nei confronti di qualunque altra forza politica. Non possiamo permettere che la regione siciliana sia amministrata senza che ci si scontri con la nostra asticella che è altissima perchè i nostri principi e valori non sono negoziabili”. Lo ha detto il leader del M5s Giuseppe Conte in collegamento con l’assemblea regionale del movimento a Palermo.

La Sicilia si prepara quindi all’election day del 25 settembre quando si voterà per le politiche e per le regionali, dove le urne saranno aperte nell’unica giornata di domenica, dalle 7 alle 23. La ripartizione dei 70 seggi dell’Assemblea nell’ambito dei collegi elettorali è elaborata sulla base della popolazione residente nell’Isola (5.002.904 abitanti), secondo l’ultimo censimento disponibile.

Nel dettaglio, 62 seggi sono così distribuiti nei collegi provinciali: 6 ad Agrigento, 3 a Caltanissetta, 13 a Catania, 2 ad Enna, 8 a Messina, 16 a Palermo, 4 a Ragusa, 5 a Siracusa, 5 a Trapani. Degli otto seggi residui, sette andranno alla lista regionale del candidato presidente vincente (il cosiddetto ‘listino’) e uno al candidato presidente secondo classificato.

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