“Musumeci dice che io ho fatto perdere due volte il centrodestra, io però non so quale sia la seconda volta di cui lui parla. Ciò va chiarito con nettezza. Da quello che io ricordo, la verità e tutta un’altra. Io discutevo con Lombardo, ai tempi avevo il Grande Sud e lui il Movimento per le Autonomie. Io chiesi a Berlusconi di essere candidato per la Regione Siciliana, ma il resto di Forza Italia mi disse di no. Quindi non insistetti perché quando io non mi sento benvoluto, non insisto”.
“Ad un certo punto Lombardo – parliamo del periodo prima di Crocetta – a casa sua, mi parlò di un progetto, che era quello di avere un candidato delle autonomie (Grande Sud, MPA e Allenza Siciliana, che era il partito di Musumeci). Quindi telefonammo a Musumeci, lo andammo a trovare a casa sua e gli facemmo questa proposta: scegliamo noi un candidato per la Regione e lo offriamo al Pdl, sono certo che accetteranno e scegliamo te come candidato. E questo proponemmo. Due giorni dopo si presentarono a casa mia Musumeci, Storace e Pistorio, ragionammo su questa cosa e telefonammo a Berlusconi, il quale era felice perché a lui piaceva Musumeci. E così si chiuse l’accordo. Nella felicità più totale andammo a brindare”. Lo ha raccontato il coordinatore regionale di Forza Italia e presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, ad alcuni giornalisti, a margine della presentazione alla stampa della mostra ‘Re’, a Palazzo Reale a Palermo.
“Berlusconi a quel punto avvertì Alfano – prosegue – la mattina dopo ricevetti una telefonata, di qualcuno di Forza Italia, forse Castiglione, che mi disse che la cosa andava bene, ma doveva farsi senza Lombardo. E mi disse ‘Musumeci è d’accordo’. Questa è la verità storica, che nessuno potrà mai smentire. Io dissi a Castiglione, mi dispiace ma non vengo, io ho un accordo, voglio sentirmi dire da Musumeci che lui ha tradito questo accordo, perché preferiva stare con il Pdl piuttosto che con noi. Io dissi: sono un uomo di parola, Lombardo da solo non lo lascio. A quel punto – sottolinea – decidemmo di cercare un candidato ma non trovammo nessuno e mi candidai io, come un cretino, perché era chiaro che saremmo arrivati ultimi. Mi sono sacrificato pur di salvare i nostri uomini. Musumeci da dieci anni racconta un film diverso. Io ho sempre evitato di smentirlo, ma adesso non può esagerare, perché altrimenti diventa un tormentone”, conclude Micciché.
“Non ho mai condannato il presidente Musumeci come persona. Durante la legislatura, ho sempre e solo criticato il suo metodo di lavoro”. Così il coordinatore regionale di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, a margine della conferenza stampa di presentazione della mostra .ЯƎ organizzata dalla Fondazione Federico II, che verrà inaugurata oggi.
“Musumeci, nella sua azione di governo, non ha mai coinvolto i partiti della maggioranza, con cui avrebbe dovuto condividere importanti decisioni, soprattutto quando si è trattato di approvare le leggi di riforma. Un atteggiamento, questo, che ha indisposto l’intero Parlamento – ha aggiunto Miccichè -. Ho fatto parte di cinque governi nazionali e non è mai esistito che il governo prendesse iniziative su temi importanti senza avvisare i partiti”.
“Anche io avrei voluto candidarmi ma, quando ho capito che era una proposta divisiva, l’ho immediatamente ritirata – ha sottolineato -. Credo sia questo l’atteggiamento corretto per raggiungere una soluzione. Se tutti avessimo questo senso di umiltà, si troverebbe una soluzione in tempi brevissimi”. “Mi dispiace molto che si sia creata questa contrapposizione con il presidente della Regione, ma Musumeci non si è mai messo in discussione – ha concluso Miccichè -. Spero ancora, fino all’ultimo, che lui possa capire i suoi errori e cambiare atteggiamento, per il bene e l’unità della coalizione di centrodestra”.