“Si intervenga con determinazione per favorire una governance nel Mediterraneo, attraverso accordi bilaterali di pesca con i paesi rivieraschi”. E’ “il forte appello alle Istituzioni” di Fai Flai e Uila Pesca dopo gli spari da una motovedetta libica contro due pescherecci catanesi. “L’uso della violenza, più volte reiterato dalla Libia – ricordano i sindacati – è contrario ai più elementari principi di diritto internazionale e ha trasformato il canale di Sicilia in una polveriera mettendo in atto una vera e propria “guerra del pesce” che vede come vittime principali i nostri lavoratori, i nostri pescatori.
Questi, purtroppo, escono in mare mettendo a rischio la propria incolumità, la propria vita. Non c’è più tempo da perdere, oggi più che mai – aggiungono – per un settore a rischio sopravvivenza è indispensabile rimettere al centro dell’agenda politica del nostro Paese, così come in Europa, la pesca e il valore del lavoro da tutelare e da valorizzare”.
Fai Flai e Uila pesca, inoltre, sono “impegnate anche in queste settimane ad interloquire con i ministeri competenti perché questi tragici eventi non servano solo a riempire pagine di cronaca, ma convincano finalmente le Istituzioni europee e nazionali ad assumersi pienamente la responsabilità di risolvere un conflitto che dura da oltre 50 anni”. “É forte la consapevolezza della complessità della situazione chiosano i sindacati – ma non è più procrastinabile una soluzione definitiva.
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