Contatore, con una furbata da 4 spicci i furboni non pagano 1€ di bolletta | Paghi tu al posto loro

Contatore -(cataniaoggi.it-pexels)

Contatore -(cataniaoggi.it-pexels)

Controlla bene la bolletta e i tuoi consumi effettivi, potresti pagare per te ma anche per altri, la truffa è dietro l’angolo

Il fenomeno dell’installazione di un magnete sul contatore dell’energia elettrica rappresenta una pratica illecita volta a falsare i consumi registrati, facendo apparire la bolletta più “leggera” rispetto a quella reale. Questa manovra, che sembra un trucco semplice e ingegnoso, si configura tuttavia come una grave violazione della legge. In sostanza, l’uso del magnete ha lo scopo di interferire con il corretto funzionamento del contatore, riducendo artificialmente il consumo misurato e causando così una minore fatturazione dell’energia. Questo comportamento, oltre a configurare un furto di energia, comporta conseguenze penali e civili, rendendo l’azione estremamente rischiosa per chiunque decida di ricorrervi.

In passato, i contatori elettrici erano prevalentemente di tipo meccanico, dotati di un disco rotante che registrava in maniera continua i consumi. Il trucco della calamita si basava su un principio semplice: posizionando una calamita potente vicino al contatore, era possibile rallentare il movimento del disco, facendo sì che venissero registrati consumi inferiori a quelli effettivi. Alcuni malintenzionati arrivavano addirittura a utilizzare un negativo fotografico all’interno del contatore, un’ulteriore tecnica per bloccare la rotazione del disco. Queste pratiche, sebbene rudimentali, mostravano già un ingegno nell’eludere i sistemi di misurazione tradizionali, dimostrando come il furto di energia elettrica potesse assumere forme sempre più sofisticate.

Con il progresso tecnologico, i contatori meccanici sono stati progressivamente sostituiti da modelli elettronici, dotati di sistemi di misurazione e di sicurezza più avanzati. Tuttavia, anche in questo caso, i malintenzionati hanno cercato nuove strategie per ridurre i consumi registrati. Oltre al magnete, vi sono tecniche che prevedono l’inserimento di una resistenza all’interno del contatore, alterando così l’intensità della corrente e mascherando il consumo reale. Alcuni addirittura tentano di modificare il software dei contatori, sfruttando vulnerabilità presenti nei sistemi telegestiti. Queste pratiche, pur essendo tecnicamente più complesse, evidenziano come il fenomeno del furto di energia si sia evoluto in parallelo con le innovazioni tecnologiche.

Il magnete applicato sul contatore agisce in maniera diretta sul trasformatore interno, il componente responsabile della conversione della corrente. Posizionando il magnete in una determinata configurazione, è possibile saturare il nucleo del trasformatore, impedendogli di funzionare correttamente. Questa saturazione fa sì che il contatore non riesca a registrare il consumo reale di energia, riportando valori inferiori a quelli effettivamente utilizzati. È importante sottolineare che, per ottenere questo effetto, è necessario utilizzare una calamita di notevole potenza e di una forma specifica, in grado di generare il campo magnetico necessario a compromettere il funzionamento del dispositivo.

Le conseguenze civili: denunce e richieste di risarcimento

Chi viene sorpreso a compiere una manomissione del contatore, ad esempio posizionando un magnete, non rischia solo sanzioni penali, ma anche gravi conseguenze civili. Il fornitore di energia elettrica, infatti, può procedere con una denuncia civile nei confronti del trasgressore. Attraverso un’analisi accurata dei consumi storici, la società erogatrice è in grado di rilevare le anomalie e di calcolare l’energia effettivamente rubata, richiedendo così il pagamento della differenza nonché il risarcimento per i danni subiti. Questa doppia azione, civile e penale, rende l’operazione di manomissione un affare rischioso sotto ogni punto di vista.

La normativa italiana prevede pene severe per chi manomette il contatore, configurando il reato come furto di energia elettrica. In particolare, gli articoli 624 e 625 del codice penale stabiliscono che il furto semplice può comportare una reclusione da 6 mesi a 3 anni e una multa che varia da 154 a 516 euro. Nel caso in cui siano presenti circostanze aggravanti – per esempio, l’uso di tecniche sofisticate o la consapevolezza di compromettere la sicurezza dell’impianto – la pena può essere aumentata, arrivando fino a 6 anni di reclusione e a multe che possono raggiungere cifre ben più elevate. Il sistema penale, dunque, non lascia spazio a scuse e considera l’atto come un grave atto di frode.

Contatore -(cataniaoggi.it-pexels)
Contatore -(cataniaoggi.it-pexels)

Sistemi di sicurezza e controlli daparte dei distributori

Per contrastare il fenomeno del furto di energia, i distributori di elettricità hanno implementato sistemi di sicurezza sempre più sofisticati. Nei modelli di contatori telegestiti, ad esempio, sono stati installati sensori in grado di rilevare anomalie nel campo magnetico e di segnalare immediatamente ogni tentativo di manomissione. In presenza di sospetti, il contatore viene prelevato per ulteriori controlli tecnici e la fornitura di energia può essere interrotta in modo istantaneo. Questi sistemi di monitoraggio costante rappresentano un deterrente efficace contro i tentativi di frode, poiché rendono molto difficile eludere la sorveglianza delle società erogatrici. Se si sospetta che qualcuno stia rubando energia elettrica, il primo passo è verificare attentamente i consumi indicati sul contatore. Spegnere gli apparecchi elettrici e controllare se la potenza istantanea risulta nulla può essere un primo indicatore di un collegamento non autorizzato.

In presenza di dubbi, è fondamentale contattare un elettricista qualificato per effettuare una verifica accurata dell’impianto. Se si dovesse accertare una manomissione, occorre denunciare immediatamente il fatto alle autorità competenti – quali carabinieri o la guardia di finanza – e informare il fornitore di energia. Questa tempestività è essenziale per evitare ulteriori danni e per tutelarsi da eventuali conseguenze civili e penali. Inoltre, in caso di inquilini sospettati di aver manomesso il contatore, è consigliabile agire prontamente, contattando le forze dell’ordine e, se necessario, avviando una denuncia verso ignoti, al fine di proteggere sia il proprietario dell’immobile che gli altri utenti coinvolti.